Home Chiesa Cattolica Messa come inclusione. A Bologna rito congolese per le comunità africane

Messa come inclusione. A Bologna rito congolese per le comunità africane

Diocesi di Bologna, domani il cardinale Zuppi presiederà una messa in rito zairese per i fedeli originari dell'Africa

Pace
Il cardinale Matteo Zuppi durante la celebrazione delle Ceneri a Bologna - Foto © La Repubblica

Messa in rito zairese domani a Bologna. A curare la celebrazione sarà don Robert Midura Nemeye. Si evidenzieranno gli elementi culturali provenienti dalle tradizioni. Dai valori e dai riti africani. Si tratta dell’innovazione degli antenati. Del ruolo dell’ annunciatore. Dell’uso della danza e dei movimenti ritmici. Dell’utilizzo di strumenti musicali. E di ornamenti liturgici con motivi africani. Messa

Tradizioni

“È un tipico frutto della riforma voluta dal Concilio Ecumenico Vaticano II– spiega al Sir il sacerdote di origini africane- che ha promosso l’inculturazione della liturgia. Per valorizzare gli aspetti positivi delle tradizioni locali. Favorendo l’immedesimazione e la comunione tra i popoli”.Messa

Messa come segno di inclusione

L’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presiederà domani, alle 17.30 in cattedrale, una messa secondo il rito zairese (congolese). Per le comunità africane. Sarà la prima liturgia celebrata a San Pietro secondo questo rito. Ne dà notizia l’arcidiocesi di Bologna. Spiegando che alla celebrazione parteciperanno rappresentanti delle comunità africane. Della città e provenienti dalla regione. La messa verrà trasmessa sul sito dell’arcidiocesi di Bologna. www.chiesadibologna.it. E sul canale YouTube di “12Porte”.

Messa
Missione in Congo

Inculturazione liturgica

Papa Francesco ha scritto la prefazione al volume sul Messale Romano per le diocesi dello Zaire” (Lev). Curato da Rita Mboshu Kongo. Uno strumento per conoscere meglio il rito zairese. Zaire è l’ex nome della Repubblica Democratica del Congo. Finora l’unico rito inculturato della Chiesa latina approvato dopo il Concilio Vaticano II. E come tale, per il Pontefice, esempio di inculturazione liturgica.