MALAYSIA, IL GOVERNO VIETA AGLI “INFEDELI” DI LAVORARE IN CASE DI ISLAMICI

Il Dipartimento immigrazione del governo malaysiano ha emanato un decreto che vieta alle collaboratrici domestiche non musulmane di lavorare in case private di datori d lavoro islamici. La decisione è controversa e poco chiara. Il mufti dello stato di Perak, Harussani Zakaria, ammette che il problema è legato al lavoro delle domestiche, molte delle quali sono filippine e dunque di religione cristiana. “Ammetto che non è sbagliato o proibito, secondo l’islam, assumere dei non musulmani. Tuttavia mi preoccupo per la fede dei bambini: se vengono cresciuti da infedeli, potrebbero adottare pratiche di altre religioni”.

I commenti apparsi sui social network non sembrano appoggiare la decisione: tutti sottolineano lo stesso messaggio, che la religione non dovrebbe essere un ostacolo al lavoro e alla convivenza. Contrario anche Engku Ahmad Fauzi, presidente dell’Associazione datori di lavoro domestico in Malaysia: “La fede non dovrebbe essere un limite. Quando si lavora in un ufficio non ti basi sulla religione, e allo stesso modo non si dovrebbero fare discriminazioni simili per il lavoro domestico”. La proprietaria di un’agenzia di collocamento spiega che il governo non ha informato il settore: “Mi chiedo come mai altri Paesi musulmani come l’Arabia Saudita e il Qatar permettano ai musulmani di assumere non islamici, mentre in Malaysia è stato vietato”.