Mafia del Gargano, mons. Pelvi: “Il vero cristiano è un cittadino educato al senso dello Stato”

Un vero cristiano è anche un buon cittadino che si lascia aiutare continuamente non solo dalle leggi, ma anche da un’educazione ferma e costante al senso dello Stato”. Così il Vescovo di Foggia, mons. Vincenzo Pelvi, si rivolge ai cittadini di San Marco in Lamis, teatro nelle scorse ore di un’agguato di mafia nel quale hanno perso la vita quattro persone: Mario Luciano Romito, che è morto sul colpo con suo cognato (pregiudicati), e due fratelli testimoni del crudele assassinio. In un messaggio, scritto in occasione della veglia di preghiera voluta dai sacerdoti del posto per implorare dal Signore il dono della giustizia e della pace, il presule parla di speranza, una speranza intesa come “perdono, accoglienza, reciprocità”, ma soprattutto “educazione” alla cultura dell’incontro e alle leggi dello Stato, ripudiando ogni tipo violenza.

Desiderio di pace

Esprimendo smarrimento e tristezza, il Vescovo di Foggia, nel messaggio, esorta le coscienze ad una mobilitazione in difesa della “sacralità della vita umana. La preghiera e la collaborazione concreta aiutino a non rimanere imprigionati nelle logiche del conflitto e a rifiutare l’illegalità che genera violenza”. Poi aggiunge: “Tutti abbiamo nel cuore il desiderio di una pace vera, non illusoria“, non la quiete di chi “evita le difficoltà e si volta dall’altra parte” o “il cinismo di chi si lava le mani di problemi non suoi”. Al contrario, sottolinea il presule, la testimonianza di un cristiano è quella “di immergerci nelle situazioni e dare il primo posto a chi soffre”, costruendo “con l’aiuto di Dio e con la buona volontà, processi di concordia e solidarietà”.

Non lasciamoci rubare la speranza

Facendo sue le parole di Papa Francesco, il Vescovo afferma: “Non lasciamoci rubare la speranza che collega la terra al cielo e che esige perdono, accoglienza, reciprocità ed educazione”. E, soffermandosi sul significato di “speranza” intesa come “educazione”, sottolinea quanto sia necessaria “una chiamata” quotidiana alla “difficile arte del dialogo, ad acquisire la cultura dell’incontro”. La speranza evangelica, fa notare consiste in “un viaggio del cuore inquieto verso la pienezza della carità, che invoca un nuovo senso di responsabilità nell’agire pubblico, come pure un moltiplicarsi dei luoghi di formazione sociale”.

A sostegno della legalità

Infine, facendosi portavoce dei cuori dei cittadini, afferma: “Noi qui, insieme e in pace, desideriamo sostenere ogni forma di legalità, impegnandoci a salvaguardare quelle regole di condotta che promuovono la dignità di ogni persona”. “Un vero cristiano è anche un buon cittadino che si lascia aiutare continuamente non solo dalle leggi – conclude -, ma anche da un’educazione ferma e costante al senso del servizio, alla virtù della giustizia, al senso del bene comune, al rispetto della persona propria e altrui, al senso dello Stato”.

Roberti: “Quella del Gargano non è una mafia di serie B”

“Quella del foggiano non è una mafia di serie B”. Lo ha affermato il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, intervenuto in merito alla strage di San Marco in Lamis (avvenuta ieri) alla trasmissione radiofonica “6 su Radio 1”, durante la quale ha invitato a non incorrere nell’errore di considerare quella pugliese come una forma minore di criminalità organizzata. Questo perché, in quest’area del tacco d’Italia, le faide vanno avanti da 30 anni e, nell’80% dei casi, sono rimaste impunite: “Purtroppo la criminalità pugliese e in particolare questa efferatissimaforma di criminalità foggiana, è stata considerata troppo a lungo una ‘mafia di serie B’, meno pericolosa e meno efferata della ‘ndrangheta, di cosa nostra e della camorra napoletana”.