Macron: “Nuovi rapporti tra Stato e Islam”

Il presidente Emmanuel Macron ha avviato consultazioni capillari con rappresentanti e studiosi di tutte le religioni con l'obiettivo di proporre una nuova organizzazione dell'Islam in Francia entro giugno. A dare l'annuncio del processo di riforma lanciato dal presidente francese è “Le Journal du Dimanche” con un'intervista a Macron. L'inquilino dell'Eliseo valuta come “indispensabile una ristrutturazione dell'Islam” che implica di rivedere l'organizzazione della gestione del culto, ma anche il rapporto della Repubblica con la fede musulmana. Questioni centrali sono, secondo fonti di stampa d'Oltralpe, la riforma del Consiglio francese del culto musulmano ma soprattutto il finanziamento dei luoghi di culto e la formazione degli imam, con l'idea di fondo di arginare le influenze straniere sulla pratica dell'Islam in Francia.

“Procedo passo dopo passo. Consulto intellettuali e universitari, tra cui Gilles Kepel, dei rappresentanti di tutte le religioni poiché considero che dobbiamo ispirarci fortemente alla nostra storia, alla storia dei cattolici e dei protestanti” ha rivelato Macron al settimanale francese, precisando che “formulerò la mia proposta solo quando il lavoro sarà terminato”. Nell'intervista Macron fa notare la pericolosità di “analisi e interpretazioni frettolose che fanno di tutta l'erba un fascio”.

Viene fatto riferimento a un possibile nuovo concordato, proposto da alcuni politici ed esperti, ma al quale il presidente francese non sembra particolarmente favorevole. Macron afferma di essere in cerca di una soluzione per “ritrovare il punto centrale della laicità: la possibilità di credere come quella di non credere”, che potrebbe implicare una modifica delle legge del 1905 sulla separazione dei poteri tra Stato e Chiese.

Immediata la reazione del presidente del Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), Ahmet Ogras, interpellato dal quotidiano “Le Monde” sul processo di riforma annunciato da Macron. “Siamo in un periodo post-attentati e i musulmani sono stati stigmatizzati da un giorno all'altro. Tocca ai rappresentanti del culto musulmano assumersi le proprie responsabilità e procedere con riforme interne. Non abbiamo bisogno di consigli esterni su questi argomenti e non abbiamo bisogno di parlarne con i media” ha replicato Ogras. Il Cfcm è nell'occhio del ciclone, monitorato in particolare dal ministero dell'Interno. Attualmente il suo comitato esecutivo viene nominato direttamente nelle moschee. Una modalità' molto criticata dalle autorità francesi e che sicuramente Macron cercherà di far modificare, in vista delle elezioni interne del consiglio del culto musulmano in agenda per il 2019. Per la senatrice Nathalie Goulet, dell'Unione dei democratici e degli Indipendenti, il 20% dei finanziamenti alle moschee francesi provengono da Marocco e Arabia Saudita, ma sono versati in modo poco trasparente e con scarso controllo. Secondo il censimento del gennaio 2016 condotto dall'Institut national de la statistique (Insee), i fedeli musulmani in Francia sarebbero circa 6,5 milioni, il 10% della popolazione.