L'Ucraina fa litigare Mosca e Costantinopoli

Si complicano le relazioni tra il Patriarcato di Mosca e quello di Costantinopoli dopo la decisione di quest'ultimo di designare due gerarchi che dovranno occuparsi della concessione dell'autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina.

Pressioni politiche

Secondo il Patriarcato di Mosca, dietro la concessione dell'autocefalia ci sarebbero motivazioni esclusivamente politiche, non spirituali. E' stato, infatti, il presidente ucraino Petro Poroshenko il principale promotore dell'iniziativa: “L'unità – aveva detto il politico – è la nostra principale arma nella lotta contro l'aggressore russo. L'Ucraina è più vicina che mai al vedere nascere la propria chiesa locale autocefala”.”Perché – ha spiegato Poroshenko – il Cremlino considera la chiesa russa uno degli strumenti chiave per esercitare la propria influenza nella nostra nazione”. Nei mesi precedenti, il presidente ucraino ha anche incontrato a Istanbul Bartolomeo per trovare una sponda al suo progetto nel Patriarcato di Costantinopoli.

La reazione di Mosca

L'accelerazione del Patriarcato ecumenico sulla questione ucraina ha irritato profondamente i vertici della Chiesa di Mosca. Alla luce dei recenti e sgraditi sviluppi, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa del Patriarcato di Mosca, ha dichiarato ai giornalisti: “La Chiesa ortodossa russa non accetterà questa decisione. Dovremo pertanto interrompere la comunione con Costantinopoli, e quindi Costantinopoli non avrà più i diritti per rivendicare la sua leadership nel mondo ortodosso”. Nel prossimo periodo, dunque, l'antica rivalità tra la “seconda” e la “terza Roma” rischia di accentuarsi. Il “ministro degli esteri” del Patriarcato moscovita ha spiegato: “Questa azione è stata intrapresa in violazione dei canoni della Chiesa e non può rimanere senza risposta”. “Speriamo – ha detto ancora Hilarion – che Costantinopoli riconsideri questa decisione. Se ciò non dovesse accadere, dovremo trovare una decisione appropriata e prendere provvedimenti in risposta”. Ora Mosca potrebbe mettere in discussione il primato d'onore nel mondo ortodosso riconosciuto a Costantinopoli dando maggiore visibilità alla sua leadership effettiva, forte anche dell'appoggio incondizionato del Cremlino.

Pericolo scisma

Se il Patriarcato ecumenico, come la decisione di nominare i due gerarchi sembra lasciar pensare, concederà l'autocefalia richiesta dal parlamento ucraino e da Filaret, patriarca considerato scismatico da Mosca, è probabile che si crei un altro scisma nell'Ortodossia slavo-orientale. Il metropolita Hilarion ha sostenuto che l'autonomia della Chiesa ortodossa russa viene minacciata dal governo di Kiev, non dal Patriarcato di Mosca. Secondo il braccio destro di Kirill, i fedeli ortodossi ucraini non sarebbero a favore dell'autocefalia: “Il presidente di quel Paese ha detto che, poichè l'Ucraina è uno stato libero, anche la chiesa deve esserlo. Tuttavia, i semplici credenti non vogliono rompere l'unità con la Chiesa ortodossa russa, la Chiesa ortodossa ucraina non vuole l'autocefalia e non l'ha chiesta”