L'Irlanda chiude le frontiere ai cristiani del Pakistan

Tanti cristiani si apprestano a partire per l'Irlanda in occasione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Dublino dal 21 al 26 agosto e nei due giorni finali vedrà anche la presenza di Papa Francesco. Tra questi, non dovrebbero esserci i cristiani del Pakistan. L'Irlanda, infatti, non ha loro concesso i visti per poter entrare nel Paese.

Come riferisce AsiaNews, sono circa 10mila le famiglie che hanno fatto domanda da tutto il Pakistan; 600 dall’arcidiocesi di Karachi. Tutte le richieste sono state respinte. Anche ai religiosi è stato negato il visto. Il parroco della chiesa di Good Shepherd a Karachi, padre Anthony Abraz spiega all'agenzia di stampa: “L’ufficio dei visti non ha trovato prove sufficienti di obblighi familiari, sociali, economici e di altro tipo per il ritorno in Pakistan dopo essere stato in Irlanda”. Inoltre, non avendo partecipato ad eventi simili in passato gli è stato negato il visto. Il consolato irlandese a Karachi ha analizzato le motivazioni per cui ci si reca in Irlanda e altri parametri, tra i quali: la situazione familiare, economica, lavorativa, il motivo del viaggio e la sistemazione una volta arrivati sull’isola. Non è bastato ad alcuni pellegrini accompagnare la richiesta del visto da una lettera di raccomandazione scritta dal card. Jospeh Coutts di Karachi, dove egli “garantiva” che i pellegrini non avrebbero fatto domanda di asilo una volta arrivati in Irlanda.

Il rifiuto irlandese ha suscitato delusione nei cristiani pachistani, una minoranza (circa l'1,58 per cento della popolazione) che è spesso costretta a subire persecuzioni. Si registrano non di rado omicidi che li vedono vittime, arresti e altre privazioni. Nota è la vicenda di Asia Bibi, donna e madre cristiana vittima della legge sulla blasfemia, la quale si trova dal 2009 in prigione in Pakistan con una condanna a morte perché ingiustamente accusata di aver insultato Maometto. Per i cattolici poter raggiungere l'Irlanda, vivere dei giorni di serenità all'insegna della fede e della comunione, nonché vedere il Papa dal vivo, sarebbe stato confortante.