Le missioni cristiane spaventano i fondamentalisti indù

Swami Pranavananda, presidente della sezione del Karnataka dell’Hindu Mahasaba, ha rilasciato questa dichiarazione: “I missionari cristiani stranieri stanno corrompendo la cultura tradizionale indiana”. Il presidente di questa associazione fondamentalista indù ha organizzato il 21 novembre scorso un comizio a Mangalore puntando il dito contro i missionari e facendo una critica aperta alla manifestazione pacifica nonviolenta denominata “Kiss of Love”.

Questo movimento è partito il 2 novembre scorso dalla regione del Kerala e vuole contrastare tutti quei gruppi indù  che, in alcuni Stati dell’India, si pongono come “protettori della cultura indiana”. Questi militanti vanno contro, anche usando violenza, qualsiasi cosa non sia conforme alla loro idea di purezza e moralità inclusi i libri, i dipinti, i locali e le mostre. Il movimento Kiss of Love risponde a questa “polizia morale” con delle provocazioni come il baciarsi, l’abbracciarsi e il tenersi per mano in pubblico.

Anche perché nel 2009 la Corte suprema e l’Alta corte di New Delhi hanno stabilito, in due verdetti distinti, che “due persone che si baciano in pubblico, in modo consenziente, non commettono alcun reato”. Le risposte al leader indù non si sono fatte attendere: Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), ha parlato di “accuse false e pianificate a tavolino, che hanno il solo obiettivo di gettare semi di sospetto, sfiducia e montare la maggioranza indù contro le altre comunità, che hanno convissuto in armonia per secoli”.