La preghiera del Papa per le vittime della tratta, “piaga aberrante” della società odierna

“Ogni anno migliaia di uomini, donne e bambini sono vittime innocenti dello sfruttamento lavorativo e sessuale e del traffico di organi“. Desidero richiamare l’impegno di tutti affinché questa piaga aberrante, sia adeguatamente contrastata”. E’ l’appello che lancia Papa Francesco durante la preghiera dell’Angelus, in occasione della Giornata Mondiale contro la tratta di persone, promossa dalle Nazioni Unite. Il Pontefice esorta a pregare la Vergine Maria, affinché “sostenga le vittime” di questa “forma di schiavitù moderna”, “e converta i cuori dei trafficanti“. E, nel commentare il brano del Vangelo odierno, afferma: “L’atteggiamento della ricerca è la condizione essenziale per trovare il Regno di Dio”, “che si fa presente nella persona di Gesù”. Infatti, aggiunge il Santo Padre, è Cristo “la scoperta fondamentale che può dare una svolta decisiva alla nostra vita, riempiendola di significato”.

Alla ricerca del Regno di Dio

Affacciandosi in una piazza San Pietro gremita di fedeli e pellegrini, Papa Bergoglio si sofferma su due delle tre similitudini con le quali si completa il gruppo di sette parabole, contenute nel tredicesimo capitolo del Vangelo di Matteo. Il Pontefice fa riferimento alla storia del “tesoro nascosto“, scoperto da un contadino nei campi, e della “perla preziosa“, ritrovata da un mercante di pietre preziose, poiché esse “sottolineano la decisione dei protagonisti di vendere ogni cosa per ottenere quello che hanno scoperto”. Queste similitudini “mettono in evidenza due caratteristiche riguardanti il possesso del Regno di Dio: la ricerca e il sacrificio“. Infatti, aggiunge il Santo Padre, “il Regno di Dio è offerto a tutti, è grazia”, tuttavia non è messo “a disposizione su un piatto d’argento”, bensì “richiede un dinamismo”. E’ necessario “cercare, camminare, darsi da fare” per raggiungere questo tesoro. “L’atteggiamento della ricerca è la condizione essenziale per trovare – sottolinea il Papa -; bisogna che il cuore bruci dal desiderio di raggiungere il bene prezioso, cioè il Regno di Dio che si fa presente nella persona di Gesù”. Cristo, prosegue il Papa, “è la scoperta fondamentale che può dare una svolta decisiva alla nostra vita, riempiendola di significato”.

Mettere Dio al primo posto

Quella del tesoro, così come quella della perla, è una “scoperta inaspettata” che spinge il contadino e il mercante a capire “di avere davanti un’occasione unica da non lasciarsi sfuggire, pertanto vendono tutto quello che possiedono”. Valutare quel tesoro “inestimabile” porta “a una decisione che implica anche sacrificio, distacchi e rinunce”. Quando troviamo il tesoro nascosto, o la perla preziosa, ovvero “il Signore, occorre non lasciare sterile questa scoperta, ma sacrificare ad essa ogni altra cosa“. Ma questo, aggiunge Bergoglio, non significa “disprezzare il resto”, al contrario “di subordinarlo a Gesù, ponendo Lui, la grazia al primo posto”. Il discepolo di Gesù, fa notare il Pontefice, “non è uno che si è privato di qualcosa di essenziale”, bensì “ha trovato molto di più”: “la gioia piena che solo il Signore può donare”, quella “evangelica dei malati guariti; dei peccatori perdonati; del ladrone a cui si apre la porta del paradiso”.

La gioia del Vangelo

Quindi, citando l’incipit dell’esortazione apostolica, Evangelii Gaudium, ricorda che “coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia“. Poi aggiunge: “Oggi siamo esortati a contemplare la gioia del contadino e del mercante delle parabole”, che è quella presente in ognuno di noi “quando scopriamo la vicinanza e la presenza consolante di Gesù nella nostra vita. Una presenza che trasforma il cuore e ci apre alle necessità e all’accoglienza dei fratelli, specialmente quelli più deboli“. Infine, la preghiera alla Madonna, affinché ciascun cristiano “sappia testimoniare, con le parole e i gesti quotidiani, la gioia di avere trovato il tesoro del Regno di Dio, cioè l’amore che il Padre ci ha donato mediante Gesù”.