“La Messa attualizza il dono d'amore di Dio”

Che cos'è essenzialmente la Santa Messa? “E' il memoriale del Mistero pasquale di Cristo”, ovvero “la vittoria definitiva di Gesù sulla morte”. Così Papa Francesco risponde all'interrogativo con il quale inizia la sua catechesi in occasione della tradizionale Udienza Generale del mercoledì. In una piazza San Pietro gremita di fedeli provenienti da ogni parte del mondo, Bergoglio ricorda come Cristo abbia trasformato il suo sacrifico “in supremo atto d’amore”, così da comunicarcelo proprio nell’Eucaristia: “Se lo riceviamo con fede, anche noi possiamo amare veramente Dio e il prossimo, possiamo amare come Lui ha amato noi, dando la vita- afferma -. Se l’amore di Cristo è in me, posso donarmi pienamente all’altro, nella certezza interiore che se anche l’altro dovesse ferirmi io non morirei”.

Il significato del “memoriale”

Per comprendere cos'è la Messa, il Pontefice parte dal significato “biblico” del termine “memoriale”. Citando il numero 1363 del Catechismo della Chiesa Cattolica, Francesco sottolinea come “esso non è soltanto il ricordo degli avvenimenti del passato, ma li rende in certo modo presenti e attuali. Proprio così Israele intende la sua liberazione dall’Egitto: ogni volta che viene celebrata la Pasqua, gli avvenimenti dell’Esodo sono resi presenti alla memoria dei credenti affinché conformino ad essi la propria vita“. Cristo, con la sua passione, morte, risurrezione “ha portato a compimento la Pasqua”. In altre parole: “la Messa è il memoriale della sua Pasqua, del suo 'esodo' compiuto per noi”. 

Il “vertice” della salvezza

L’Eucaristia, fa notare il Pontefice, “ci porta sempre al vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato riversa su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, come ha fatto sulla croce”. E così facendo rinnova “il nostro cuore, la nostra esistenza e il nostro modo di relazionarci con Lui e con i fratelli”.  Ogni Santa Messa, aggiunge, “è un raggio di quel sole senza tramonto che è Gesù Cristo risorto. Partecipare alla Messa, in particolare alla domenica, significa entrare nella vittoria del Risorto, essere illuminati dalla sua luce, riscaldati dal suo calore”. Nella celebrazione eucaristica, “lo Spirito Santo ci rende partecipi della vita divina”, trasfigurando “tutto il nostro essere mortale”. “Nel suo passaggio dalla morte alla vita, dal tempo all’eternità, il Signore Gesù trascina anche noi con Lui a fare Pasqua – prosegue -. Nella Messa ci uniamo a Lui. Anzi, Cristo vive in noi e noi viviamo in Lui (cfr. Gal 2,19-20)”.

Liberati dalla morte

Con il suo sangue, aggiunge il Papa, “ci libera dalla morte”, non solo quella fisica, ma anche dalla paura di essa. Infatti, ci rende liberi “dalla morte spirituale che è il male, il peccato”. Quando cediamo al diavolo “la nostra vita viene inquinata, perde bellezza, perde significato, sfiorisce”. Al contrario, “Cristo è la pienezza della vita, e quando ha affrontato la morte la annientata per sempre”. Ecco allora svelata cos'è la Messa: “la comunicazione dell'amore pasquale di Gesù a ciascuno di noi”. “Se lo riceviamo con fede, anche noi possiamo amare veramente Dio e il prossimo, possiamo amare come Lui ha amato noi, dando la vita. Se l’amore di Cristo è in me – aggiunge -, posso donarmi pienamente all’altro, nella certezza interiore che se anche l’altro dovesse ferirmi io non morirei; altrimenti dovrei difendermi”. Poi, a braccio, aggiunge: “Quando andiamo a Messa è come se andassimo al calvario” e avverte: “sappiamo che in quel momento quell’uomo lì è Gesù. Ci permetteremo di chiacchierare, di fare fotografie, di fare un po’ lo spettacolo? No! Perché è Gesù! Noi di sicuro staremmo nel silenzio, nel pianto e anche nella gioia di essere salvati. Quando noi entriamo in chiesa per celebrare la Messa pensiamo questo: entro nel calvario, dove Gesù dà la sua vita per me. E così sparisce lo spettacolo, spariscono le chiacchiere, i commenti e queste cose che ci allontano da questa cosa tanto bella che è la Messa, il trionfo di Gesù”. Il Papa passa poi a spiegare perchè i martiri “hanno dato la loro vita”: erano certi della vittoria di Cristo sulla morte. “Solo se sperimentiamo questo potere di Cristo, il potere del suo amore, siamo veramente liberi di donarci senza paura”. Poi conclude: “La partecipazione all’Eucaristia ci fa entrare nel mistero pasquale di Cristo, donandoci di passare con Lui dalla morte alla vita“.