“La dittatura ideologica distrugge la memoria dei popoli”

Assenza di libertà, indottrinamento dei giovani e cancellazione della memoria. Sono i tre indicatori delle “colonizzazioni culturali e idologiche” del nostro tempo, indicatori dai quali Papa Francesco, nel corso dell'omelia pronunciata nella messa mattutina a Santa Marta, mette in guardia. Commentando le letture proposte dalla liturgia odierna, che narrano la persecuzione del re Antioco Epifane contro i Maccabei fedeli alla legge dei Padri, il Pontefice ricorda che ciò che è successo al popolo di Dio “accade ogni volta che sorge nella Terra una nuova dittatura culturale o ideologica che è una colonizzazione”.

Le dittature del XX secolo

Bergoglio invita i fedeli a pensare “a quello che hanno fatto le dittature del secolo scorso in Europa” e alle “scuole di indottrinamento” che ne sono nate. “Si toglie la libertà, si decostruisce la storia, la memoria del popolo e si impone un sistema educativo ai giovani. Tutte: tutte fanno così. Anche con i guanti bianchi alcune: un Paese o una Nazione chiede un prestito e gli si risponde 'Io ti do questo ma tu nelle scuole devi insegnare questo, questo, questo', e gli indicano anche i libri“. Testi, secondo il Papa, “che cancellano tutto quello che Dio ha creato e come lo ha creato. Cancellano le differenze, cancellano la storia: da oggi si incomincia a pensare così. Chi non pensa così, viene messo da parte e anche perseguitato”. E questo è accaduto anche in Europa, dove ”quelli che si opponevano alle dittature genocide, erano perseguitati, minacciati, privati della libertà che corrisponde poi ad un’altra forma di tortura”.

Cancellate libertà e memorie

E con la libertà, prosegue il Papa, “le colonizzazioni ideologiche e culturali tolgono anche la memoria, riducendola a favola, ad una bugia, cose di vecchi”. Ricordando quindi la figura della madre dei Maccabei che esorta i figli a tener duro di fronte al martirio, Bergoglio fa notare il ruolo unico della donna nella custodia della memoria e delle radici storiche: “Ella custodiva la memoria della salvezza, del popolo di Dio, quella memoria che faceva forte la fede di questo popolo perseguitato da questa colonizzazione ideologico-culturale. La memoria è quella che ci aiuta a vincere ogni sistema educativo perverso. Ricordare i valori, la Storia, le cose che abbiamo imparato”. Bergoglio ricorda la mamma che nel testo biblico “parlava due volte 'nella lingua dei padri', in dialetto. Non c’è alcuna colonizzazione culturale che possa vincere il dialetto”.

La “forza” delle donne

La “tenerezza femminile” e il “coraggio virile” della madre dei Maccabei che si fa forte delle radici storiche della lingua dei Padri nella difesa dei suoi figli e del popolo di Dio, ci ricorda, sottolinea Beroglio, che “soltanto la forza delle donne è capace di resistere a una colonizzazione culturale”. Sono loro, le mamme e le donne, le custodi della memoria, del dialetto, “capaci di difendere la Storia di un popolo e di trasmettere la fede” che poi “i teologi spiegheranno”. “Il popolo di Dio è andato avanti per la forza di tante donne brave, che hanno saputo dare ai figli la fede – conclude -. Le mamme sanno trasmettere la fede in dialetto. Che il Signore ci dia sempre la grazia, nella Chiesa, di avere memoria, di non dimenticare il dialetto dei padri e di avere donne coraggiose”.