Israele e Palestina litigano sui cristiani

Governo israeliano e Autorità Palestinese litigano sui cristiani in Terra SantaBenjamin Netanyahu ha partecipato alla seconda edizione del Christian Media Summit andato in scena a Gerusalemme nei giorni scorsi.

L'intervento di Netanyahu

Nel corso del suo discorso indirizzato agli operatori cristiani della stampa e dei media, il premier israeliano li ha invitati a “dire la verità sulla nostra storia. Dire la verità sul nostro presente. Dire la verità su chi vuole la pace e chi non la vuole”. Netanyahu ha rivendicato il ruolo di Israele presentato come “l'unico Paese del Medio Oriente dove la comunità cristiana prospera e cresce”. Al contrario, secondo il leader del Likud, dal 1995 – anno in cui le truppe israeliane si ritirarono da Betlemme lasciandone il controllo politico e militare nelle mani dell'Autorità Nazionale Palestinese – ad oggi la popolazione cristiana in quell'area è passato dall'80% al 20%. Un esodo vero e proprio che secondo Netanyahu sarebbe avvenuto “perché nelle aree sottoposte all'Autorità palestinese, come nel resto del Medio Oriente, i cristiani sono messi sotto pressione e perseguitati”. Il premier ha presentato Israele come grande protettore dei cristiani in Medio Oriente: “Proteggiamo i diritti religiosi di tutti. Non proteggiamo solo i siti religiosi cristiani, proteggiamo i cristiani. I cristiani dovrebbero godere di tutta la libertà di pregare a loro piacimento in Medio Oriente e altrove e l'unico posto in Medio Oriente dove possono farlo è Israele “, ha detto Netanyahu agli operatori presenti al Summit.

La reazione palestinese

Le parole di Netanyahu hanno suscitato la reazione dei dirigenti politici palestinesi. Anton Salman, sindaco di Betlemme, ha replicato, dicendo: “Se Netanyahu era preoccupato per la situazione dei cristiani palestinesi, in particolare nell'area di Betlemme, avrebbe dovuto restituire i 22.000 dunum di terra di Betlemme annessa illegalmente ad Israele per l'espansione degli insediamenti coloniali”. L'avvocato palestinese succeduto a Vera Baboun – prima donna a ricoprire quest'incarico – ha intimato il premier israeliano di “smettere di usare i cristiani come strumento per coprire l'occupazione“.