Indonesia: prosegue la violenza religiosa dei fondamentalisti

Prosegue l’escalation di violenze da parte dei fondamentalisti islamici a Poso e nella provincia delle Sulawesi centrali in Indonesia dove a partire dal novembre scorso è divampata una serie di attacchi, sequestri, omicidi e mutilazioni barbare di corpi. Tutto questo nonostante la pace siglata a Malino il 20 dicembre 2001 tra musulmani e cristiani (protestanti), che aveva posto fine ad un conflitto sanguinoso con migliaia di vittime, centinaia di chiese e moschee distrutte, migliaia di case rase al suolo, quasi mezzo milione di profughi, di cui 25mila nella sola Poso. I jihadisti hanno comunque continuato a colpire con episodi sporadici di terrore anche durante la tregua.

A partire dal 15 novembre scorso la regione sembra destinata a ripiombare di nuovo nel caos e la polizia e le autorità locali invitano la cittadinanza – per motivi di sicurezza – a non lasciare le proprie abitazioni e i contadini a non badare ai loro campi. Attivisti e gruppi pro-diritti umani hanno promosso un’iniziativa di pace chiedendo contemporaneamente allo Stato di prendere misure per garantire l’incolumità delle popolazioni locali. Secondo l’Institute Mosintuwu Suara Perempuan Poso (“La voce femminile di Poso”) sarebbe sbagliato proibire agli agricoltori di recarsi nei campi mentre la sua fondatrice Lian Gogali parla di “voci e dicerie” che si stanno diffondendo in modo “incontrollato” e che contribuiscono ad alimentare “il panico” fra la gente.