In un videomessaggio del Papa gli auguri di buon Natale ai coreani

Cari fratelli e sorelle coreani! Con grande piacere vi rivolgo gli auguri per il Santo Natale, ricordando con gioia e gratitudine il viaggio che ho compiuto nel vostro Paese nello scorso mese di agosto. La grande celebrazione in onore dei Martiri, gli incontri con i giovani, ma anche gli altri momenti della visita rimangono vivi nella mia memoria”. Papa Francesco torna a parlare ai coreani, dopo della visita di Papa Francesco in Corea, lo scorso agosto. Lo ha fatto con un videomessaggio per gli auguri natalizi indirizzato a tutti i coreani e trasmesso dalla Tv pubblica sudcoreana Kbs. La Corea, la terra del mattino calmo, in estate ha parlato una sola lingua: quella della pace e della speranza. Il viaggio del Pontefice ha consentito di guardare al di là del 38.mo parallelo e di sperare in un Paese finalmente unito.

Le successive manovre militari, con conseguenti polemiche e innalzamento di tensione, non hanno scalfito il senso profondo di quel viaggio: l’apertura di un dialogo; certamente lungo e difficile, ma pur sempre avviato dopo anni di silenzio assoluto. In occasione del Natale, Francesco ha voluto ricordare con un videomessaggio indirizzato ai coreani tutte le tappe più significative delle 100 ore trascorse nel Paese asiatico. Cento ore di preghiera, di incontri, di ascolto e di silenziosa semina che oggi sta portando alla luce abbondanti frutti. Il governo coreano ha designato il Santuario di Solmoe come Tesoro Nazionale e il luogo dove fu posta la tenda per l’incontro del Santo Padre con i giovani è diventato il “Parco di Papa Francesco”.

Perfino la Compagnia coreana dei treni ad alta velocità ha deciso che il costo di ogni prenotazione del medesimo posto usato dal Papa in treno sarà devoluto per aiutare le persone bisognose. Nel plurisecolare tronco storico della Chiesa locale, il viaggio di Papa Francesco si è inserito a pieno titolo tra i rami che hanno già vigorosi e promettenti germogli. Sta ai giovani, quelli a cui ha detto di svegliarsi e di non aver paura di portare la sapienza della fede in ogni ambito della vita sociale, coglierne e valorizzarne i frutti per rendere la Corea un giardino fertile, modello di pace.