“Impariamo ad essere attenti agli ultimi come Maria”

Seguendo l'esempio di Maria a Canaan, “cerchiamo di imparare ad essere attenti nelle nostre piazze e nei nostri villaggi e riconoscere coloro che hanno una vita 'annacquata'”, “che hanno perso, o ne sono stati derubati, le ragioni per celebrare” la gioia che viene dal Vangelo. Con questo messaggio Papa Francesco conclude la sua visita pastorale in Cile, facendo tappa a Iquique, nel Nord minerario del Paese, prima di recarssi in volo in Perù, per la seconda parte del suo 22mo Viaggio Apostolico, il sesto che tocca Paesi dell'America Latina.

Attenzione agli ultimi

Francesco celebra la Santa Messa nel Campus Lobito, al termine della quale, tra gli altri, incontra due vittime della dittatura cilena negli anni '70, che gli consegnano una lettera. Nella sua omelia elogia la religiosità e la pietà popolare del popolo cileno e, commentando il brano evangelico delle “Nozze di Canaan”, invita tutti i fedeli “alzare la voce” come Maria per dire: “Non hanno vino”. Da qui l'invito a prestare attenzione “a tutte le situazioni di ingiustizia e alle nuove forme di sfruttamento che espongono tanti fratelli a perdere la gioia della festa”, alla.”precarizzazione del lavoro che distrugge vite e famiglie”, a “quelli che approfittano dell’irregolarità di molti migranti, perché non conoscono la lingua o non hanno i documenti in regola. Siamo attenti – rimarca – alla mancanza di casa, terra e lavoro di tante famiglie. E come Maria diciamo con fede: non hanno vino“.

Poi aggiunge: “Lasciamo che Gesù possa completare il miracolo, trasformando le nostre comunità e i nostri cuori in segno vivo della sua presenza, che è gioiosa e festosa perché abbiamo sperimentato che Dio-è-con-noi, perché abbiamo imparato a ospitarlo in mezzo a noi. Gioia e festa contagiosa che ci porta a non escludere nessuno dall’annuncio di questa Buona Notizia“.

“Non c'è gioia nel chiudere le porte ai migranti”

Rivolge anche un invito all'accoglienza: “Questa terra è terra di sogni, ma facciamo in modo che continui a essere anche terra di ospitalità. Ospitalità festosa, perché sappiamo bene che non c’è gioia cristiana quando si chiudono le porte; non c’è gioia cristiana quando si fa sentire agli altri che sono di troppo o che tra di noi non c’è posto per loro”. E aggiunge: “Approfittiamo anche per imparare e lasciarci impregnare dai valori, dalla sapienza e dalla fede che i migranti portano con sé. Senza chiuderci a quelle 'anfore' piene di sapienza e di storia che portano quanti continuano ad arrivare in queste terre. Non priviamoci di tutto il bene che hanno da offrire”. Sottolinea poi come Iquique sia una zona di immigrati: “Questo è un luogo che ci ricorda la grandezza di uomini e donne; di famiglie intere che, davanti alle avversità, non si danno per vinte e si fanno strada in cerca di vita”. Per Bergoglio, i migranti sono “icone della Santa Famiglia, che dovette attraversare deserti per poter continuare a vivere“. Un paragone, questo, che il Pontefice aveva già fatto durante la Messa della Notte di Natale.

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Infine, la preghiera alla Madonna del Carmelo, patrona di queste terre: “Maria continui a sussurrare all’orecchio del suo Figlio Gesù: 'Non hanno vino', e in noi continuino a farsi carne le sue parole: “'Qualsiasi cosa vi dica, fatela'”. Poi il saluto alla presidente Michelle Bachelet “per l'invito a visitare il Paese”. Ringrazia quindi le autorità, i collaboratori e le migliaia di volontari che hanno lavorato per questa visita. Il suo “grazie” si estende poi ai tanti pellegrini, venuti pure dall'estero, tra cui “i miei fratelli argentini”. “Proseguo il mio pellegrinaggio in Perù – conclude -. Popolo amico e fratello di questa Patria Grande di cui siamo invitati a prenderci cura. Una Patria che trova la sua bellezza nel volto multiforme dei suoi popoli“.

“Finora non ho visto una prova contro mons. Barros”

Volge così al termine la prima parte del Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Sud America. Fa tuttavia discutere la scelta della Conferenza Episcopale cilena di non rivelare l'identità delle vittime di abusi sessuali da parte del clero che hanno incontrato Papa Francesco nella nunziatura di Santiago, martedì scorso. “E' stato un perdono negli occhi, vere lacrime condivise”, dice il portavoce dei vescovi, Jaime Coiro, sottolineando che la Chiesa intende garantire l'anonimato dei partecipanti nella riunione. Le tre vittime di padre Fernando Karadima che hanno denunciato gli abusi del sacerdote cileno, ovvero Juan Carlos Cruz, James Hamilton e José Andrés Murillo, affermano di non essere state invitate all'incontro con il Pontefice, malgrado lo avessero richiesto. Anche Jaime Concha, che ha denunciato gli abusi subiti in un istituto marista di Santiago, non è stata invitata a incontrare il Santo Padre: “Quelli che, come me, si sono esposti pubblicamente, apparendo nei media o presentando denunce giudiziarie, non sono stati invitati, questo non può che preoccuparci”. E conclude: “Anche questa riunione è diventata qualcosa della quale non bisogna parlare, un nuovo segreto. Le vittime che vi hanno assistito sono state vittimizzate una seconda volta“. 

Non si placano poi le polemiche circa la presenza di mons. Barros, vescovo di Osorno, alle celebrazioni presiedute dal Papa durante la sua visita in Cile. Il presule è accusato di aver coperto gli abusi sessuali di padre Fernando Karadima. Il Pontefice, interrogato dai giornalisti al suo arrivo a Iquique sulla questione, afferma: “Quando vedrò una prova contro il vescovo Barros allora forse si vedrà. Finora non ne è ho visto nemmeno una“. Poco prima, lo stesso Barros aveva indicato alla stampa che Francesco “è stato molto affettuoso” con lui e gli ha dato “parole di appoggio”. Papa Bergoglio ha fatto della lotta alla pedofilia nella Chiesa una delle principali battaglie del suo pontificato. In diversi discorsi ha dichiarato di provare dolore e vergogna per questi “atti criminali” commessi dai “ministri di Dio”; più volte ha incontrato le vittime, esprimendo loro solidarietà e appoggio.

Verso il Perù

Al termine della celebrazione, il Pontefice si reca presso la Casa de retiros del Santuario Nostra Senora de Lourdes dei Padri Oblati per il pranzo con il seguito papale. Quindi, nel pomeriggio, la Cerimonia di congedo dal Cile all'aeroporto di Iquique, da cui l'aereo papale decollerà alle 17:05 (ore locali) con destinazione Lima. L'atterraggio all'aeroporto della Capitale peruviana e la breve Cerimonia di Benvenuto sono previsti alle 17:20.