Il segno più luminoso della vittoria di Dio

Nel cuore dell’estate celebriamo la festa dell’Assunzione di Maria SS. al cielo, che è una delle feste mariane più antiche e popolari che accomuna cattolici e ortodossi, anche se i secondi parlano di “dormizione”. È una solennità che, corrispondendo al giorno natalizio cioè al giorno della morte degli altri santi, è una festa principale della Vergine, alla quale sono state dedicate tante chiese  fra cui la cattedrale di Monreale. Oggi noi facciamo festa perchè celebriamo il destino glorioso di una donna che in una vita umile e nascosta e attraversando difficoltà e tribolazioni, rivela a ogni uomo e donna il traguardo finale della glorificazione con Cristo. Questa donna, impastata col nostro sangue e con la nostra carne, anche se immune dalla tara del peccato originale, é il segno più luminoso della vittoria di Dio sul male e sulla morte, é la prima creatura del mondo nuovo inaugurato da Cristo risorto, Signore della vita.

Maria SS. Assunta in cielo porta con sé le sofferenze e le ansie del mondo che ancora attende la piena rivelazione dei figli di Dio. Papa Francesco in una lettera ai Genovesi nel primo anniversario del crollo del ponte Morandi ha scritto: “Abbiamo una Madre in Cielo che continua a stendere il suo manto su di noi senza mai abbandonarci”. Guardando alla Vergine Maria, da Dante definita “di speranza fontana vivace”, comprendiamo meglio che la nostra vita di ogni giorno, pur segnata da prove e difficoltà va verso la pienezza della gioia e della pace. Maria rimane per tutti i cristiani di tutti i tempi il modello e la meta non solo sognata ma anche raggiunta del cammino di rinnovamento universale e integrale inaugurato da Cristo. 

Il teologo convertito dall’anglicanesimo John Henri Newman metteva sulle labbra dell’Assunta queste delicate espressioni: “Voi non avete perduto il mio volto, io sono sempre vicina. Conservo ancora i sorrisi che amai sulla terra, la dolcezza delle vostre riunioni, la vostra limpida gaiezza. Adesso come allora io sento le ultime parole di ciò che appena si sussurra, la preghiera a bassa voce, fino al pensiero fuggitivo…” (Una voce da lontano, 1829).  Maria non è emigrata in una terra straniera ma rimpatriata nella patria definitiva; anche noi, esuli in questo mondo e pellegrini sui sentieri del tempo, aneliamo a raggiungere la patria dove il nostro cuore sa di poter trovare la pienezza della gioia.

Il mistero di questa giornata è impastato di terra e di cielo, è messaggio che attraversa la storia e ci assicura che ciò che è avvenuto in Maria non riguarda solo lei, ma è garanzia di un futuro che si realizzerà anche per noi. La festa odierna ci invita a guardare a Maria SS. coniugando insieme l’amore per il cielo e la fedeltà alla nostra terra. Guardando Maria SS. Assunta in cielo comprendiamo meglio che la nostra vita di ogni giorno, scorre come un fiume verso l’oceano divino. Comprendiamo che il nostro morire non è la fine, ma l’ingresso nella vita che non conosce la morte. Il nostro tramontare all’orizzonte di questo mondo è un risorgere all’aurora del mondo nuovo.