IL PONTEFICE E I DUE VOLTI DI CUBA

Poche ore di volo separano Papa Francesco da Cuba. Un viaggio significativo, in un Paese che mai come in questa fase storica mostra due volti. Da una parte il nuovo corso inaugurato da Raùl Castro, culminato nel disgelo con gli Stati Uniti – avvenuto sotto la regia vaticana -, dall’altra il regime comunista, quello da cui ancora tanti disperati fuggono, cercando le coste americane. Senza dimenticare l’alto tasso di povertà di gran parte della popolazione locale. Due facce della stessa medaglia che il Pontefice tasterà con mano e a cui dedicherà le sue riflessioni. Del resto il ruolo giocato da Bergoglio nel riallaccio delle relazioni diplomatiche con gli Usa è stato di primaria importanza. Sul punto c’è ancora da lavorare. Non basta, infatti, l’allentamento dell’embargo imposto da Washington. Per il bene del Paese insulare è necessario riprendere pienamente i rapporti commerciali.

“Il Papa spenderà alcune parole in favore della revoca dell’embargo e continuerà a incoraggiarli” ha spiegato monsignor Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato vaticana, intervistato da Tv2000. “C’è già la determinazione del Presidente degli Stati Uniti Obama e ora si aspetta il voto del Congresso, che si spera sia positivo. Per cinquant’anni i cubani hanno sofferto a causa di queste misure: non si può continuare così. La Santa Sede si è sempre espressa contro l’embargo, sia a Cuba come in altri Paesi, perché chi soffre è il popolo, sono i poveri non tanto gli altri. Per cui, sarebbe veramente ora che si sollevasse questo divieto e difficoltà per il popolo cubano che ha sofferto troppo a causa di queste limitazioni”. Mons. Becciu ha poi rivelato alcuni retroscena dello storico accordo tra Usa e Cuba. “Concretamente sono venuti qui in Segreteria di Stato per porre le firme nei due rispettivi documenti davanti al Segretario di Stato quasi come garante della parola che si erano scambiati tra loro”, ha detto l’ex nunzio a Cuba. “Il Papa ha incantato i rappresentati del popolo cubano e americano”, visto che “sono loro che hanno chiesto al Pontefice di farsi garante di questo desiderio di parlarsi, dialogare e incontrarsi”.

Particolarmente significativo sarà l’incontro, annunciato, con Fidel Castro, dopo il vertice in Vaticano con il fratello Raùl. Il primo Pontefice ad aver avuto un faccia a faccia con il Lìder Màximo sul suolo cubano era stato Giovanni Paolo II, altro instancabile apostolo della pace. E se quella visita non ebbe effetti diretti sulle relazioni con gli Usa quanto meno migliorò le condizioni di vita dei cattolici sull’isola. Che, ad esempio, ottennero il riconoscimento del Natale come festa civile. Successivamente, era il 2012, con l’arrivo di Benedetto XVI Raùl Castro, nel frattempo succeduto a Fidel, acconsentì alle celebrazioni del Venerdì Santo da parte dei fedeli. Bergoglio si confronterà, dunque, con un regime più morbido nei confronti della Chiesa ma che è ancora lontano al riconoscere pienamente i diritti dei suoi cittadini. Argomento che, con ogni probabilità, il Papa affronterà con le autorità competenti. Per farlo potrà contare suoi buoni rapporti con Raùl, di recente incontrato in Vaticano, il quale, dopo essersi detto entusiasta di Bergoglio, si è detto pronto a ritornare al cattolicesimo. “Il Papa è un bravo scolaro, sente lo scrupolo di far bene le cose – ha raccontato ancora Becciu -. Posso dire che ha passato l`estate preparandosi per questo viaggio. Ha visto i discorsi uno per uno, li ha preparati, valutati, discussi, corretti, ripresi varie volte. Anche nelle lezioni di inglese è stato costante e scrupoloso”. Segno inequivocabile di quanto il Papa avverta l’importanza di questo appuntamento.

Intanto Cuba si prepara all’evento. Nella Capitale da giorni sono stati collocati grandi cartelli d’accoglienza con delle colorite immagini di Jorge Mario Bergoglio. E molte strade e “avenidas”, oltre che la piazza della Cattedrale, sono state al centro di lavori e decorate. Anche se l’itinerario non è ancora stato indicato in dettaglio è certo che il corteo papale, dopo l’atterraggio previsto per le 22 italiane, seguirà 12 chilometri di strade dallo scalo fino ad alcuni dei punti più noti della città, tra i quali ci sarà anche la Piazza della Rivoluzione: il luogo dove domenica Bergoglio darà messa davanti alle gigantesche immagini di Camilo Cienfuego ed Ernesto “Che” Guevara. In occasione della visita, sulla piazza è stato anche allestito un gigantesco telo con l’immagine di Cristo che copre la facciata della sede della “Biblioteca Nacional”. Un’accoglienza con cui il regime cercherà di mostrare il “new deal” cubano. Ma che, inevitabilmente, fa sorgere delle domande: siamo davvero di fronte a una fase storica nuova? E se fosse così allora perché in tanti continuano a fuggire dall’Isola? E’ possibile immaginare una Cuba rinnovata laddove il potere continua a essere detenuto dai fratello Castro? Quesiti cui forse solo la vista del Santo Padre saprà dare una risposta.