Il Papa: “Tecnologia non faccia perdere senso della vita”

Papa Francesco è a Tallinn, la capitale dell'Estonia, ultima tappa del suo 25esimo viaggio apostolico che lo ha portato nei Paesi Baltici a 25 anni dalla visita di San Giovanni Paolo II.

L'arrivo

Questa mattina, alle ore 7.30 locali (6.30 ora di Roma), Francesco ha lasciato la Nunziatura Apostolica e si è trasferito in auto all'Aeroporto Internazionale di Vilnius dove, alle ore 8.15 locali (7.15 ora di Roma) ha avuto luogo la cerimonia di congedo dalla Lituania. Al suo arrivo a Tallinn, il Papa è stato accolto dalla presidente della Repubblica, l'economista Kersti Kaljulaid ai piedi del Cs300 dell'airBaltic che lo ha portato in Estonia. Quattro bambini in abito gli hanno offerto dei fiori. 

L'incontro con le autorità

Arrivato nel secondo Paese con la più alta percentuale di giovani che si dichiarano atei, Papa Francesco ha insistito sull'importanza delle radici. Rivolgendosi alla presidente estone, Kersti Kaljulaid, il Santo Padre ha detto: “La libertà religiosa è precisamente una delle salde rocce su cui si fonda la nostra democrazia“. “La consapevolezza – ha osservato il Papa – di appartenere e di lottare per gli altri, di essere radicati in un popolo, in una cultura, in una famiglia” non deve essere “perduta a poco a poco privando, soprattutto i più giovani, di radici a partire dalle quali costruire il proprio presente e il proprio futuro, perché li si priva della capacità di sognare, di rischiare, di creare”.  L'Estonia ha registrato negli ultimi anni un vero e proprio boom economico supportato soprattutto dalla crescita straordinaria di innovazione tecnologiche. Papa Francesco ha voluto sottolineare il pericolo che può scaturire da questo progresso: “Mettere tutta la fiducia nel progresso tecnologico – ha rilevato Bergoglio – come unica via possibile di sviluppo può causare la perdita della capacità di creare legami interpersonali, intergenerazionali e interculturali, vale a dire di quel tessuto vitale così importante per sentirci parte l’uno dell’altro e partecipi di un progetto comune nel senso più ampio del termine”. Per questo motivo il Santo Padre ha esortato, specialmente quelli chiamati a ricoprire “un incarico sociale, politico, educativo, religioso”, ad essere “artigiani di legami“. Con le sue parole, il Santo Padre ha voluto evidenziare che la fiducia nel progresso non può essere la causa della perdita del senso del sacro: “Occorre sempre ricordare che il benessere non è sempre sinonimo di vivere bene. Uno dei fenomeni che possiamo osservare nelle nostre società tecnocratiche è la perdita del senso della vita, della gioia di vivere e, quindi, uno spegnersi lento e silenzioso della capacità di meraviglia, che spesso immerge la gente in una fatica esistenziale”.