Il Papa: “Solo il discepolo umile guarisce gli altri”

Nel Vangelo di oggi tratto da Marco, Gesù dà istruzioni ai Dodici discepoli per l'attività di predicazione. Papa Francesco ha commentato questo brano nella Messa celebrata questa mattina nella cappella di Casa Santa Marta, sua residenza in Vaticano.

Le parole del Papa

Gesù manda i discepoli nelle case a predicare, scacciare demoni e guarire gli infermi. Il Pontefice ha osservato che “guarire è un po’ ricreare“. “Gesù – ha detto Francesco – ci ha ricreato dalla radice e poi ci ha fatto andare avanti con il suo insegnamento, con la sua dottrina, che è una dottrina che guarisce”. Ma il primo comando che dà Gesù ai discepoli è quello di predicare per convertire. Il Papa ha commentato: “La prima guarigione è la conversione nel senso di aprire il cuore perché entri la Parola di Dio. Convertirsi è guardare da un’altra parte, convergere su un’altra parte. E questo apre il cuore, fa veder altre cose. Ma se il cuore è chiuso non può essere guarito. Se qualcuno è ammalato e per tenacia non vuole andare dal medico, non sarà guarito”. “Anche se noi cristiani facciamo tante cose buone – ha osservato –  ma se il cuore è chiuso è tutta vernice di fuori“. 

La povertà

Invitandoli a non portare con sè altro che un bastone, Gesù – secondo Francesco – esorta i discepoli alla povertà. “L’apostolo, il pastore che non cerca il latte delle pecore, che non cerca la lana delle pecore”, ha commentato, riferendosi a quanto diceva Sant'Agostino: “parlando di questo dice che quello che cerca il latte, cerca i soldi e che a quello che cerca la lana, piace vestirsi con la vanità del suo mestiere. È un arrampicatore di onori”. I sacerdoti non devono essere arroganti o presuntuosi: “Se un apostolo, un inviato, qualcuno di noi va un po’ col naso in su, credendosi superiore agli altri o cercando qualche interesse umano o  cercando posti nella Chiesa – ha detto Francesco – non guarirà mai nessuno, non sarà riuscito ad aprire il cuore di nessuno, perché la sua parola non avrà autorità”. L’autorità consegue se si seguono i passi di Cristo che sono, ha affermato il Papa, “povertà, umiltà, mitezza”. 

La vera autorità

La vera autorità dei discepoli, ha osservato Bergoglio è “l’autorità del proprio esempio“, non quella “di uno che parla da su ma non è interessato alla gente”, perché altrimenti si cade nell'”autoritarismo”. “Davanti all’umiltà – ha aggiunto – davanti al potere del nome di Cristo con il quale l’apostolo fa il suo mestiere se è umile, i demoni fuggono”.

La guarigione

Non solo i Vescovi o i sacerdoti possono guarire, anche un semplice fedele può farlo “con una buona parola, con la pazienza, con un consiglio a tempo, con uno sguardo, ma come l’olio, umilmente”. Francesco ha poi ricordato la necessità comune di essere guariti: “tutti noi abbiamo bisogno di essere guariti, tutti, perché tutti abbiamo malattie spirituali, tutti”. “Ma – ha continuato – anche, tutti noi abbiamo la possibilità di guarire gli altri, ma con questo atteggiamento. Che il Signore ci dia questa grazia di guarire come guariva Lui; con la mitezza, con l’umiltà, con la forza contro il peccato, contro il diavolo e andare avanti in questo bel 'mestiere' di guarirci fra noi”.