Il Papa saluta Panama: “Fate chiasso con saggezza”

saggezza

Le cose pregate si sentono in profondità. La preghiera dà spessore e vitalità a tutto quello che facciamo. Pregando scopriamo di far parte di una famiglia più grande di quanto possiamo vedere e immaginare. Pregando ‘apriamo il gioco’ alla Chiesa che ci sostiene e ci accompagna dal cielo, ai santi e alle sante che ci hanno segnato il cammino, ma soprattutto ‘apriamo il gioco’ a Dio”. Sono parole di confortro e gratitudine quelle espresse da Papa Francesco nei confronti dei tanti volontari che, durante questa Gmg, hanno contribuito a rendere al meglio ogni evento al quale il Santo Padre e i giovani hanno partecipato. E, poco prima di lasciare Panama, il Pontefice ha voluto incontrarli nello stadio Rommel Fernandez Juan Diaz, consapevole del grande contributo offerto a questo evento straordinario per il Paese: “Avete voluto dedicare il vostro tempo, le energie, le risorse a sognare e costruire questo incontro. Avreste perfettamente potuto scegliere altre cose, ma avete voluto impegnarvi. Dare il meglio di voi per rendere possibile il miracolo della moltiplicazione non solo dei pani ma della speranza. Qui, ancora una volta, dimostrate che è possibile rinunciare ai propri interessi a favore degli altri”.

“Le debolezze non ci paralizzino”

Tre volontari, Bartosz, Stella Maris del Carmen e Maria Margarida, hanno condiviso la loro testimonianza sul palco dello Stadio, di fronte al Santo Padre. Il quale, poco dopo, li ha chiamati per nome: “Com’è importante ascoltarvi e renderci conto della comunione che si crea quando ci uniamo per servire gli altri. Sperimentiamo come la fede acquista un sapore e una forza completamente nuovi: diventa più viva, dinamica e reale. Si sperimenta una gioia diversa, come ho visto qui, per aver avuto l’opportunità di lavorare fianco a fianco, gomito a gomito con gli altri per raggiungere un sogno comune. So che tutti voi avete sperimentato questo”. E, di nuovo, ricorda ai giovani che “ora sapete come batte il cuore quando si vive una missione, e non perché qualcuno ve l’ha raccontato, ma perché l’avete vissuto”. L'invito è a far sì “che i nostri limiti, le nostre debolezze non ci paralizzino. Andate avanti, con i vostri difetti, poi li correggeremo… Non lasciare che i limiti, le debolezze e nemmeno i peccati ci frenino e ci impediscano di vivere la missione, perché Dio ci chiama a fare quello che possiamo e a chiedere quello che non possiamo, sapendo che il suo amore ci prende e ci trasforma in maniera graduale”.

Il chiasso positivo

Prima di congedarsi, il Santo Padre ha chiesto ai giovani di trarre da loro stessi la forza per essere testimoni, raccontando ciò che hanno visto e vissuto “non con tante parole” ma “con gesti semplici e quotidiani”. A questo proposito, ha raccontato Papa Francesco, “quando sono arrivato, il primo giorno, c’era una signora con un berretto – una signora anziana, una nonna. Era lì, vicino alla recinzione dove io passavo con l’auto; e aveva un cartello che diceva: 'Noi, le nonne, anche noi sappiamo fare ‘chiasso’'. E aggiungeva: 'Con saggezza'. Insieme con i nonni, per farsi sentire, ma per fare questo 'chiasso' positivo: non abbiate paura, fatevi sentire. Sembrava anziana, la signora. Allora le ho chiesto l’età: aveva 14 anni meno di me. Che vergogna…”. Salutando i volontari, il Pontefice ha ricordato che “alla prossima Gmg non so se ci sarò, ma Pietro sicuramente ci sarà e vi confermerà nella fede. Andate avanti, con forza e coraggio”.