Il Papa: “Prima che studiata, la fede va trasmessa”

Aventisette neonati, fra gli affreschi della Cappella Sistina, Papa Francesco ha impartito il sacramento del Battesimo. Un momento fondamentale per la vita di ogni cristiano, forse il più importante: il primo passo di ogni uomo o donna nella vita nella fede. Ecco perché, nell'omelia che ha accompagnato la cerimonia, il Santo Padre ha invitato i genitori a riflettere su cosa chiedono per i loro figli: “Tutti voi avete detto: 'La fede'. Voi chiedete alla Chiesa la fede per i vostri figli, e oggi loro riceveranno lo Spirito Santo, e il dono della fede ciascuno nel proprio cuore, nella propria anima. Ma questa fede – ha ricordato – poi deve svilupparsi, deve crescere”. Una fede che verrà “studiata” durante il catechismo ma che, prima di questo, “va trasmessa: e questo è un lavoro che tocca a voi. E' un compito che voi oggi ricevete: trasmettere la fede, la trasmissione della fede. E questo si fa a casa”.

Il litigio

Questo è il compito assegnato oggi ai genitori: “Trasmettere la fede con l’esempio, con le parole, insegnando a fare il segno della Croce… Ci sono bambini che non sanno farsi il segno della Croce… Per prima cosa, insegnate loro questo”. Ma trasmettere la fede è possibile solo con l'esempio ai bambini di una vita nella fede: “Che vedano l’amore dei coniugi, che vedano la pace della casa, che vedano che Gesù è lì. E mi permetto un consiglio: non litigate mai davanti ai bambini, mai. E' normale che gli sposi litighino, è normale. Sarebbe strano il contrario. Fatelo, ma che loro non sentano, che loro non vedano. Voi non sapete l’angoscia che riceve un bambino quando vede litigare i genitori. Questo, mi permetto, è un consiglio che vi aiuterà a trasmettere la fede”.

Il pianto

Trasmettere la fede, trasmetterla “a casa” perché “è lì che si impara la fede”. Solo dopo arriva lo studio nella catechesi: “Sapete che i bambini – ha concluso il Santo Padre – si sentono oggi in un ambiente che è strano: un po’ troppo caldo, sono coperti… E sentono l’aria afosa… Poi piangono perché hanno fame. E un terzo motivo del piangere è il 'pianto preventivo'”. E questa, ha spiegato il Pontefice, “è una difesa. Vi dico: che siano comodi. State attenti a non coprirli troppo. E se piangono per fame, allattateli. Alle mamme dico: Allattate i bambini, tranquille, il Signore vuole questo. Perché, dove sta il pericolo?, che loro anche hanno una vocazione polifonica: incomincia a piangere uno, e l’altro gli fa il contrappunto, e poi l’altro, e alla fine è un coro di pianto”.