Il Papa prega per lo Yemen

Con grande preoccupazione seguo la crisi umanitaria nello Yemen. La popolazione è stremata dal lungo conflitto e moltissimi bambini soffrono la fame, ma non si riesce ad accedere ai depositi di alimenti… Faccio appello alle parti interessate e alla Comunità internazionale per favorire con urgenza l’osservanza degli accordi raggiunti, assicurare la distribuzione del cibo e lavorare per il bene della popolazione”. E' l'appello che Papa Francesco lancia all'Angelus domenicale, poco prima di partire alla volta della Penisola araba, per quella che sarà la prima visita di un Pontefice negli Emirati Arabi Uniti. Un grido per una popolo stremato da una sanguinosissima guerra civile come lo Yemen è stato al centro della preghiera del Santo Padre che, ai fedeli in Piazza San Pietro, ha ricordato l'episodio della sinagoga di Nazaret, dove Gesù lesse un passo del profeta Isaia: “Gesù si presenta come colui sul quale si è posato lo Spirito del Signore, lo Spirito Santo che lo ha consacrato e lo ha mandato a compiere la missione di salvezza in favore dell’umanità”.

Gesù a Nazaret

Con la sua capacità di “penetrare le menti e i cuori”, Gesù riesce a comprendere cosa pensano i compaesani che lo ascoltano i quali ritengono che “essendo Lui uno di loro, debba dimostrare questa sua strana “pretesa” facendo dei miracoli lì, a Nazaret, come ha fatto nei paesi vicini”. Ma Gesù non accetta questa logica poiché essa non corrisponde al piano di Dio: “Egli vuole la fede, loro vogliono i miracoli, i segni; Dio vuole salvare tutti, e loro vogliono un Messia a proprio vantaggio”. Ecco perché Gesù invita i concittadini “ad aprire i loro cuori alla gratuità e alla universalità della salvezza”, appello al quale segue “addirittura un atteggiamento aggressivo” da parte di quelle persone, le quali “si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero sul ciglio del monte per gettarlo giù… L’ammirazione del primo istante si è mutata in un’aggressione, una ribellione contro di lui”. Gesù sa bene che, “nel vivere la missione affidatagli dal Padre… deve affrontare la fatica, il rifiuto, la persecuzione e la sconfitta. Un prezzo che, ieri come oggi, la profezia autentica è chiamata a pagare. Il duro rifiuto, però, non scoraggia Gesù, né arresta il cammino e la fecondità della sua azione profetica. Egli va avanti per la sua strada, confidando nell’amore del Padre”.

Il coraggio dei discepoli

Un coraggio che il mondo di oggi ha bisogno di riconoscere nei discepoli del Signore, “cioè di quelle persone coraggiose e perseveranti nel rispondere alla vocazione cristiana. Persone che seguono la 'spinta' dello Spirito Santo, che le manda ad annunciare speranza e salvezza ai poveri e agli esclusi; persone che seguono la logica della fede e non del miracolismo; persone dedicate al servizio di tutti, senza privilegi ed esclusioni. In poche parole: persone che si aprono ad accogliere in sé stesse la volontà del Padre e si impegnano a testimoniarla fedelmente agli altri”.

Al termine dell'Angelus, il Santo Padre ricorda come oggi si celebri la Giornata per la Vita, esprimendo il suo incoraggiamento “alle comunità ecclesiali che in tanti modi promuovono e sostengono la vita. Si rende sempre più necessario un concreto impegno per favorire le nascite, che coinvolga le istituzioni e le varie realtà culturali e sociali, riconoscendo la famiglia come grembo generativo della società”.