Il Papa per una “transizione energetica radicale”

L'enciclica Laudato Si' è stata pubblicata da Papa Francesco nella primavera del 2015. Sono passati quattro anni e la preoccupazione del Santo Padre continua ad essere forte attorno al tema del cambiamento climatico. Ha avuto modo di esprimerla anche oggi, in Vaticano, ricevendo in udienza i vertici delle grandi compagnie petrolifere mondiali, accusati di essere tra i maggiori responsabili dell'inquinamento globale.

Un'azione pronta e risoluta

A loro ha chiesto un impegno contro il cambiamento climatico. “Il tempo stringe – ha sottolineato il Pontefice – e le riflessioni devono andare oltre le mere esplorazioni di che cosa possa essere fatto, e concentrarsi su che cosa occorre che venga fatto. Non possiamo permetterci il lusso di aspettare che altri si facciano avanti, o di dare la priorità a vantaggi economici a breve termine. La crisi climatica richiede da noi un'azione determinata, qui e ora e la Chiesa è pienamente impegnata a fare la sua parte“. Il Vescovo di Roma ritiene che “per troppo tempo abbiamo collettivamente ignorato i frutti delle analisi scientifiche, e le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia“. Per lui “oggi è necessaria una transizione energetica radicale per salvare la nostra casa comune. C'è ancora speranza e rimane il tempo per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico, a patto che ci sia un'azione pronta e risoluta, perché sappiamo che gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all'estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi“.

Essenziale una politica del prezzo del carbone

Secondo Papa Bergoglio, chi più subisce gli effetti dei cambiamenti climatici sono i poveri. “Come dimostra l'attuale situazione, i poveri sono coloro che sono più vulnerabili agli uragani, alla siccità, alle inondazioni e agli altri eventi climatici estremi. Perciò – afferma – si richiede sicuramente coraggio per rispondere al grido sempre più disperato della terra e dei suoi poveri”. L'appello alle compagnie petrolifere è dunque chiaro: “Una politica del prezzo del carbone è essenziale se l'umanità vorrà usare con saggezza le risorse del creato”. Il Pontefice ha rilevato che “la mancata gestione delle emissioni di carbonio ha prodotto un enorme debito che ora dovrà essere ripagato con gli interessi da coloro che verranno dopo di noi”.