Il Papa: “Non solo buone leggi, ma anche vicinanza umana”

migranti hanno bisogno certamente di buone leggi, di programmi di sviluppo, di organizzazione, ma hanno sempre bisogno anche e prima di tutto di amore, di amicizia, di vicinanza umana; hanno bisogno di essere ascoltati, guardati negli occhi, accompagnati; hanno bisogno di Dio”. E' quanto ha affermato Papa Francesco ricevendo in udienza, nella Sala Clementina, le Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, in occasione del primo centenario della morte della loro fondatrice Santa Francesca Cabrini

L'attualità di Santa Francesca

Il Pontefice, nel corso dell'udienza, ha ricordato come il carisma di Madre Cabrini sia di un'attualità straordinaria, soprattutto in un'epoca come la nostra in cui l'emergenza legata alle migrazioni è più forte che mai. “Nuovi volti di uomini, donne e bambini, segnati da tante forme di povertà e di violenza, stanno di nuovo davanti ai nostri occhi e attendono di trovare sulla loro strada mani tese e cuori accoglienti come quelli di Madre Cabrini”, ha detto il Pontefice alle Missionarie, ricordando che la loro responsabilità è quella di essere fedeli alla “missione della vostra Santya Fondatrice”

Una vera missionaria

Inoltre, il Pontefice ha descritto la Santa di cui ricorre il primo centenario della morte come una “vera missionaria, instancabile che ha attraversato per ben ventiquattro volte l'oceano per assistere i migranti nelle Americhe”. “In ognuno di quei fratelli e sorelle – ha spiegato il Pontefice -, lei riconosceva il volto di Cristo e, geniale com'era, fu capace di mettere a frutto i talenti che il Signore le aveva affidato. Aveva uno spiccato senso dell'azione apostolica; e se aveva avuto una così grande energia per compiere in pochi anni un lavoro straordinario, fu solo per la sua unione con Cristo, sul modello di san Paolo, da cui prese il suo motto: 'Tutto posso in Colui che mi dà la forza'. Una vita vertiginosa carica di lavoro – ha concluso il Papa -, viaggi a non finire a piedi, in treno, in nave, in barca, a cavallo…; creando dal nulla sessantasette opere tra asili, scuole, collegi, ospedali, orfanotrofi, laboratori… tutto per propagare la forza del Vangelo, che le aveva dilatato il cuore perché appartenesse a tutti“.