Il Papa: “Nelle avversità, il credente indica speranza”

Per preparare la via al Signore che viene, è necessario tenere conto delle esigenze della conversione a cui invita il Battista”. Nell'Angelus della seconda domenica di Avvento, Papa Francesco incentra la sua riflessione sull'atteggiamento da tenere in questo tempo, fatto di “vigilanza” e “orazione”. Quest'oggi, infatti, “ci viene indicato come dare sostanza a tale attesa: intraprendendo un cammino di conversione, come rendere concreta questa attesa. Come guida per questo cammino, il Vangelo ci presenta la figura di Giovanni il Battista”. Una figura che ci invita anzitutto a “bonificare gli avvallamenti prodotti dalla freddezza e dall’indifferenza, aprendoci agli altri con gli stessi sentimenti di Gesù” e, in secondo luogo, “abbassare tante asprezze causate dall’orgoglio e dalla superbia”.

Due urgenze

Nel primo caso, l'atteggiamento è quello della “cordialità e attenzione fraterna che si fa carico delle necessità del prossimo… Non si può avere – ha spiegato ancora il Santo Padre.- un rapporto di amore, di carità, di fraternità con il prossimo se ci sono dei 'buchi', come non si può andare su una strada con tante buche. Questo richiede di cambiare l’atteggiamento. E tutto ciò, farlo anche con una premura speciale per i più bisognosi”. Per espletare il secondo aspetto occorre innanzitutto riconoscere che tutti, “forse  senza accorgercene”, cadiamo nell'errore dell'asprezza e della superbia, che mina il rapporto di cordialità. “Occorre superare questo compiendo gesti concreti di riconciliazione con i nostri fratelli, di richiesta di perdono delle nostre colpe… Il Signore ci aiuta in questo, se abbiamo buona volontà. La conversione, infatti, è completa se conduce a riconoscere umilmente i nostri sbagli, le nostre infedeltà, inadempienze”.

Il coraggio della testimonianza

Il credente, ha spiegato ancora Papa Francesco, “è colui che, attraverso il suo farsi vicino al fratello, come Giovanni il Battista apre strade nel deserto, cioè indica prospettive di speranza anche in quei contesti esistenziali impervi, segnati dal fallimento e dalla sconfitta”. Non possiamo arrenderci a quelle situazioni negative che ci spingono alla chiusura e nemmeno farci sovrastare dalla mentalità del mondo, “perché il centro della nostra vita è Gesù e la sua parola di luce, di amore, di consolazione… Il Battista invitava alla conversione la gente del suo tempo con forza, con vigore, con severità. Tuttavia sapeva ascoltare, sapeva compiere gesti di tenerezza, gesti di perdono verso la moltitudine di uomini e donne che si recavano da lui per confessare i propri peccati e farsi battezzare con il battesimo di penitenza”. La testimonianza di Giovanni il Battista, “ci aiuta ad andare avanti nella nostra testimonianza di vita. La purezza del suo annuncio, il suo coraggio nel proclamare la verità riuscirono a risvegliare le attese e le speranze del Messia che erano da tempo assopite”. Un coraggio e un'umiltà ai quali i discepoli di Gesù sono chiamati anche oggi, “per riaccendere la speranza, per far comprendere che, nonostante tutto, il regno di Dio continua a costruirsi giorno per giorno con la potenza dello Spirito Santo”.