Il Papa: “L'economia deve servire l'uomo, non derubarlo”

Anche ognuno di noi ha una responsabilità per gli altri e per il futuro del nostro pianeta. In modo simile, l'economia deve servire all'uomo, non sfruttarlo e derubarlo delle sue risorse”. Papa Francesco si è rivolto così a un gruppo di imprenditori che partecipava a Roma ad un incontro nell'ambito della Giornata di preghiera per la cura del Creato.

Il Santo di Assisi

Il Pontefice ha parlato di San Francesco come di un esempio “per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità”. Per il santo di Assisi, ha sottolineato, “ogni contatto con le persone e le cose concrete diventava un incontro con il Creatore. Dalla sua fede in Dio derivò la sua missione per la giustizia, per la pace e il rispetto del creato“. In questa fase storica, ha ricordato, “siamo chiamati ad avvalerci delle possibilità che la tecnologia ci mette a disposizione, con un buon utilizzo delle risorse, aiutando in particolare i Paesi più colpiti da povertà e degrado ad imboccare la via del rinnovamento e di uno sviluppo sostenibile e integrale. Il mio auspicio è che gli uomini e le donne del nostro tempo, riconoscendosi tutti figli e figlie del Padre e Creatore che è nei cieli, contribuiscano sempre di più e sempre più concretamente affinché tutti possano condividere le risorse preziose della terra“. 

L'acqua come diritto

Nel messaggio diffuso in occasione della giornata, Bergoglio ha evidenziato l'importanza di assicurare a tutti l'accesso all'acqua potabile. Si tratta, ha detto, di un “diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l'esercizio degli altri diritti umani”. Questo mondo, ha scritto, “ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all'acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità”. Il Papa ha preso in considerazione due aspetti: “Il rispetto dell'acqua come elemento prezioso e l'accesso all'acqua come diritto umano”. Oggi, sottolinea il testo, “più che mai si richiede uno sguardo che vada oltre l'immediato, al di là di un criterio utilitarista di efficienza e produttività per il profitto individuale. Urgono progetti condivisi e gesti concreti, tenendo conto che ogni privatizzazione del bene naturale dell'acqua che vada a scapito del diritto umano di potervi accedere è inaccettabile”. Il Papa ha poi ringraziato “i numerosi progetti volti a promuovere lo studio e la tutela degli ecosistemi, per gli sforzi orientati allo sviluppo di un'agricoltura più sostenibile e di un'alimentazione più responsabile, per le varie iniziative educative, spirituali e liturgiche che coinvolgono nella cura del creato tanti cristiani in tutto il mondo”.

Responsabilità

L'uomo, ha sottolineato con rammarico, non ha saputo “custodire il creato con responsabilita'”, e “solo una visione dell'uomo autentica e integrale ci permetterà di prenderci meglio cura del nostro pianeta a beneficio della presente e delle future generazioni“. Dare da bere, nel villaggio globale, “non comporta solo gesti personali di carità, ma scelte concrete e impegno costante per garantire a tutti il bene primario dell'acqua”. Il Pontefice ha ragionato sul valore spirituale di questo elemento naturale, e le sue radici bibliche e simboliche, attraverso richiami evangelici, storici e scientifici, assieme anche a spunti di incontro con i fratelli di altre confessioni cristiane. Intervenendo sulla “questione dei mari e degli oceani“, il Papa ha ricordato poi che “custodire ogni giorno questo bene inestimabile rappresenta una responsabilità ineludibile, una vera e propria sfida”. Tanti sforzi compiuti in questo senso, tuttavia, “svaniscono per la mancanza di regolamentazione e di controlli effettivi“, mentre invece “non possiamo permettere che i mari e gli oceani si riempiano di distese inerti di plastica galleggiante”. Francesco si rivolge in particolare alla giovani generazioni, esortando alla preghiera per esse, “perché crescano nella conoscenza e nel rispetto della casa comune e col desiderio di prendersi cura del bene essenziale dell'acqua a vantaggio di tutti”. Infine, un ultimo intervento è stato dedicato alla questione sociale migranti, con un invito a pregare “affinché le acque non siano segno di separazione tra i popoli, ma di incontro per la comunità umana“, “perché sia salvaguardato chi rischia la vita sulle onde in cerca di un futuro migliore”.