Il Papa: “I missionari non sono divi in tournée”

Il discepolo missionario ha prima di tutto un suo centro di riferimento, che è la persona di Gesù”. Lo ha detto Papa Francesco commentando, durante l'Angelus domenicale, il brano evangelico del giorno, incentrato sul momento nel quale i dodici apostoli vengono inviati in missione: “Dopo averli chiamati per nome a uno a uno, 'perché stessero con lui' ascoltando le sue parole e osservando i suoi gesti di guarigione, ora li convoca di nuovo per 'mandarli a due a due' nei villaggi dove Lui stava per recarsi. E’ una sorta di 'tirocinio' di quello che saranno chiamati a fare dopo la Risurrezione del Signore con la potenza dello Spirito Santo”. E il brano si sofferma proprio, spiega il Papa, sullo stile missionario “che possiamo riassumere in due punti: la missione ha un centro; la missione ha un volto”.

La figura di Cristo

E, in relazione al primo punto, la figura di riferimento, quella centrica, resta quella di Gesù: “Il racconto lo indica usando una serie di verbi che hanno Lui per soggetto – 'chiamò a sé', 'prese a mandarli', 'dava loro potere', 'ordinò', 'diceva loro' –, cosicché l’andare e l’operare dei Dodici appare come l’irradiarsi da un centro, il riproporsi della presenza e dell’opera di Gesù nella loro azione missionaria. Questo manifesta come gli Apostoli non abbiano niente di proprio da annunciare, né proprie capacità da dimostrare, ma parlano e agiscono in quanto 'inviati', messaggeri di Gesù”. Ma non solo i sacerdoti. Questo racconto, spiega ancora il Pontefice, “riguarda anche noi, tutti i battezzati, chiamati a testimoniare, nei vari ambienti di vita, il Vangelo di Cristo”. E, come per i sacerdoti, “anche per noi questa missione è autentica solo a partire dal suo centro immutabile che è Gesù. Non è un’iniziativa dei singoli fedeli né dei gruppi e nemmeno delle grandi aggregazioni, ma è la missione della Chiesa inseparabilmente unita al suo Signore. Nessun cristiano annuncia il Vangelo 'in proprio', ma solo inviato dalla Chiesa che ha ricevuto il mandato da Cristo stesso”.

Sandali e bastone

Ed è qui che si manifesta il secondo punto fondamentale della missione, anzi, del missionario: “E', per così dire, un volto che consiste nella povertà dei mezzi. Il suo equipaggiamento risponde a un criterio di sobrietà. I Dodici, infatti, hanno l’ordine di 'non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura'. Il Maestro li vuole liberi e leggeri, senza appoggi e senza favori, sicuri solo dell’amore di Lui che li invia, forti solo della sua parola che vanno ad annunciare. Il bastone e i sandali sono la dotazione dei pellegrini, perché tali sono i messaggeri del regno di Dio, non manager onnipotenti, non funzionari inamovibili, non divi in tournée”. E, conclude il Santo Padre, “a questo 'volto' appartiene anche il modo in cui viene accolto il messaggio: può infatti accadere di non essere accolti o ascoltati. Anche questo è povertà: l’esperienza del fallimento. La vicenda di Gesù, che fu rifiutato e crocifisso, prefigura il destino del suo messaggero. E solo se siamo uniti a Lui, morto e risorto, riusciamo a trovare il coraggio dell’evangelizzazione”.