Il Papa al G20: “Priorità assoluta a poveri e profughi”

Papa

“Nei cuori e nelle menti dei governanti e in ognuna delle fasi d’attuazione delle misure politiche c’è bisogno di dare priorità assoluta ai poveri, ai profughi, ai sofferenti, agli sfollati e agli esclusi, senza distinzione di nazione, razza, religione o cultura, e di rigettare i conflitti armati”. E’ quanto scrive il Papa nel suo messaggio, indirizzato alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, in occasione del G20 in corso di svolgimento ad Amburgo. “La storia dell’umanità, anche oggi, ci presenta un vasto panorama di conflitti attuali o potenziali. La guerra, tuttavia, non è mai una soluzione”, ribadisce Bergoglio. “Mi sento obbligato a chiedere al mondo di porre fine a tutte queste inutili stragi”. Per il Pontefice, lo scopo del G20 “è quello di risolvere in pace le differenze economiche” ma “ciò non sarà possibile se tutte le parti non si impegnano a ridurre sostanzialmente i livelli di conflittualità, a fermare l’attuale corsa agli armamenti”.

Bene gli sforzi per la stabilità economica

Proseguendo nella lettura del messaggio, il Santo Padre esprime ai leader impegnati nell’incontro di Amburgo il suo “apprezzamento per gli sforzi compiuti per assicurare la governabilità e la stabilità dell’economia mondiale, con particolare attenzione ai mercati finanziari, al commercio, ai problemi fiscali e, più in generale, a una crescita economica mondiale che sia inclusiva e sostenibile. Tali sforzi, come ben prevede il programma di lavoro del Vertice, sono inseparabili dall’attenzione rivolta ai conflitti in atto e al problema mondiale delle migrazioni“.

La libera circolazione delle persone

Poi aggiunge: “La gravità, la complessità e l’interconnessione delle problematiche mondiali sono tali che non esistono soluzioni immediate e del tutto soddisfacenti. Purtroppo, il dramma delle migrazioni, inseparabile dalla povertà ed esacerbato dalle guerre, ne è una prova”. Quindi esorta: “E’ possibile invece mettere in moto processi che siano capaci di offrire soluzioni progressive e non traumatiche e di condurre, in tempi relativamente brevi, a una libera circolazione e alla stabilità delle persone che siano vantaggiosi per tutti. Tuttavia, questa tensione tra spazio e tempo, tra limite e pienezza, richiede un movimento esattamente contrario nella coscienza dei governanti e dei potenti”. “Un’efficace soluzione distesa necessariamente nel tempo sarà possibile solo se l’obiettivo finale del processo è chiaramente presente nella sua progettualità”, evidenzia il Papa, aggiungendo: “Occorre attivare una nuova era di sviluppo innovativa, interconnessa, sostenibile, rispettosa dell’ambiente e inclusiva di tutti i popoli e di tutte le persone”.

Contro la fame nel mondo

Francesco, inoltre, lancia ai leader riuniti ad Amburgo un appello per quelle zone del pianete dove la gente sta rischiando di morire di fame: “Non posso mancare di rivolgere ai Capi di Stato e di Governo del G20 e a tutta la comunità mondiale un accorato appello per la tragica situazione del Sud Sudan, del bacino del Lago Ciad, del Corno d’Africa e dello Yemen, dove ci sono 30 milioni di persone che non hanno cibo e acqua per sopravvivere“. “L’impegno per venire urgentemente incontro a queste situazioni e dare un immediato sostegno a quelle popolazioni sarà un segno della serietà e sincerità dell’impegno a medio termine – sottolinea il Pontefice – per riformare l’economia mondiale e una garanzia del suo efficace sviluppo“.

Il tutto è superiore alle parti

Infine, il Papa, ricordando quanto “sia ragionevole che i Vertici del G20 si limitino al ridotto numero di Paesi che rappresentano il 90% della produzione mondiale di beni e di servizi, questa stessa situazione deve muovere i partecipanti ad una profonda riflessione”. Per Bergoglio, gli Stati e le persone, “la cui voce ha meno forza sulla scena politica mondiale sono precisamente quelli che soffrono di più gli effetti perniciosi delle crisi economiche per le quali hanno ben poca o nessuna responsabilità”. Poi aggiunge: “Allo stesso tempo, questa grande maggioranza che in termini economici rappresenta solo il 10% del totale, è quella parte dell’umanità che avrebbe il maggiore potenziale per contribuire al progresso di tutti. Occorre, pertanto, far sempre riferimento alle Nazioni Unite, ai programmi e alle agenzie associate e alle organizzazioni regionali, rispettare e onorare i trattati internazionali e continuare a promuovere il multilateralismo, affinché le soluzioni siano veramente universali e durature, a beneficio di tutti“.

“Ho voluto offrire queste considerazioni come contribuito ai lavori del G20 – conclude -, fiducioso nello spirito di solidarietà responsabile che anima tutti i partecipanti. Invoco perciò la benedizione di Dio sull’incontro di Amburgo e su tutti gli sforzi della comunità internazionale per attivare una nuova era di sviluppo innovativa, interconnessa, sostenibile, rispettosa dell’ambiente e inclusiva di tutti i popoli e di tutte le persone”.