Il Papa ai cristiani perseguitati: “Grazie per la vostra perseveranza”

“La situazione drammatica che vivono i nostri fratelli cristiani in Iraq, ma anche gli yazidi e gli appartenenti ad altre comunità religiose ed etniche, esige una presa di posizione chiara e coraggiosa da parte di tutti i responsabili religiosi, per condannare in modo unanime e senza alcuna ambiguità tali crimini e denunciare la pratica di invocare la religione per giustificarli”. Sono le parole di Papa Francesco, in occasione del Natale, in una lettera indirizzata ai cristiani che vivono nelle regioni del Medio Oriente. “L’afflizione e la tribolazione – ha scritto il vescovo di Roma – non sono mancate purtroppo nel passato anche prossimo del Medio Oriente. Esse si sono aggravate negli ultimi mesi a causa dei conflitti che tormentano la Regione, ma soprattutto per l’operato di una più recente e preoccupante organizzazione terrorista, di dimensioni prima inimmaginabili, che commette ogni sorta di abusi e pratiche indegne dell’uomo”.

Il Pontefice ha espresso “vicinanza e solidarietà” offrendo “una parola di consolazione e di speranza”. “La vostra stessa presenza – ha continuato – è preziosa per il Medio Oriente… Prima ancora di tante opere della Chiesa nell’ambito scolastico, sanitario o assistenziale, da tutti apprezzate, la ricchezza maggiore per la Regione sono i cristiani, siete voi. Grazie della vostra perseveranza!”. Ha poi ribadito l’importanza del “dialogo basato su un atteggiamento di apertura, nella verità e nell’amore” che è “il migliore antidoto alla tentazione del fondamentalismo religioso” ed “è al tempo stesso un servizio alla giustizia e una condizione necessaria per la pace tanto desiderata”. “Potete aiutare i vostri concittadini musulmani – ha aggiunto – a presentare con discernimento una più autentica immagine dell’Islam, come vogliono tanti di loro, i quali ripetono che l’Islam è una religione di pace e può accordarsi con il rispetto dei diritti umani e favorire la convivenza di tutti. Sarà un bene per loro e per l’intera società”.

Il Santo Padre ha tributato “stima” e “gratitudine” nei confronti di Patriarchi, Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e sorelle Religiose, che accompagnano “con sollecitudine” il cammino delle loro comunità. Ha esortato i giovani, mandando loro “un abbraccio fraterno”, a non avere paura o vergogna di essere cristiani. “A voi, anziani – ha proseguito – faccio giungere i miei sentimenti di stima. Voi siete la memoria dei vostri popoli; auspico che questa memoria sia seme di crescita per le nuove generazioni”. Inoltre ha rivolto un incoraggiamento a quanti operano negli ambiti della carità e dell’educazione, in particolare le Caritas.

“Nello stesso tempo – ha affermato – continuo a esortare la Comunità internazionale a venire incontro ai vostri bisogni e a quelli delle altre minoranze che soffrono; in primo luogo, promuovendo la pace mediante il negoziato e il lavoro diplomatico, cercando di arginare e fermare quanto prima la violenza che ha causato già troppi danni. Ribadisco la più ferma deprecazione dei traffici di armi”. “Non possiamo rassegnarci ai conflitti”, ha ripreso, “come se non fosse possibile un cambiamento! Sulla scia del mio pellegrinaggio in Terra Santa e del successivo incontro di preghiera in Vaticano con i Presidenti israeliano e palestinese, vi invito a continuare a pregare per la pace in Medio Oriente”.