Il lato cattolico d'Africa

Oggi è una giornata memorabile per i Cattolici dell'Africa. Cinquant'anni fa, il 31 luglio 1969, papa Paolo VI – il primo Pontefice a mettere piede su suolo africano -, infatti, visitò l'Uganda per chiudere i lavori del Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar (Secam). A distanza di mezzo secolo, il Continente celebre il suo giubileo d'oro, accogliendo numerosi delegati, tra cui prelati e religiosi. Dalla Repubblica Centrafricana è giunto per prendere parte ai festeggiamenti il più giovane cardinale del mondo, il card. Dieudonne Nzapalanga, di 52 anni. Le celebrazioni sono iniziate con la celebrazione della Santa Messa presso la cattedrale di Rubaga e si concluderanno con una Messa conclusiva nel Santuario dei Martiri Ugandesi Namugongo.

Cos'è il Secam

Sottoposto alla Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli e approvato nel 1968, l'organismo riunisce i vescovi cattolici di tutto il Continente per promuovere la comunione, la collaborazione e la concorde azione delle chiese africane per la promozione dell'ecumenismo, dello sviluppo umano e del dialogo interreligioso tra le varie confessioni. La missione primaria del Simposio è garantire le attività missionarie esposte dal Concilio Vaticano II. A tal proposito, papa Paolo VI ne sottolineò l'essenzialità, come ebbe a dire in quell'occasione ai vescovi africani riuniti a Kampala: “Voi Africani siete oramai i missionari di voi stessi. La Chiesa di Cristo è davvero piantata in questa terra benedetta“, richiamandosi alla dinamica “come appunto si conviene ad una Chiesa giovane, chiamata ad offrirsi ad una cultura aperta al Vangelo, com’è la vostra africana. All’impulso, che veniva alla fede dell’azione missionaria da Paesi stranieri, deve unirsi e succedere l’impulso nascente dall’interno dell’Africa. La Chiesa, per natura sua, rimane sempre missionaria. Ma non più un giorno chiameremo 'missionario' in senso tecnico il vostro apostolato, ma nativo, indigeno, vostro”. 

Cattolici in crescita

Cinquant'anni dopo, l'Africa è il Continente con la popolazione cattolica in più rapida crescita. Secondo i dati dell'annuario statistico pubblicato dalla Santa Sede nel 2017, mentre l'America Latina è il Paese con il maggior numero di cattolici battezzati a livello globale (48,6%), i cattolici in Africa sono passati da 185 milioni nel 2010 a oltre 228 milioni nel 2016. I cattolici battezzati in Africa stanno crescendo a un ritmo significativamente più veloce di qualsiasi altra parte del mondo. Il rapporto afferma, inoltre, che la popolazione cattolica in Africa è cresciuta del 238% dal 1980, superando la crescita del numero di sacerdoti. Incrociando i dati con quelli del rapporto 2015 del Centro per la ricerca applicata nell'apostolato, emerge che l'Africa continuerà a posizionarsi come l'asse futuro del cattolicesimo nel mondo. Un esempio della crescita espansiva dell'enclave cattolica nel Continente è fornito dai Paesi dell'Africa sub-sahariana: nel 1910 essi contavano l'1% dei cattolici del pianeta; oggi, con 171,48 milioni di fedeli, rappresentano il 16% dei cattolici mondiali. Secondo gli studiosi, se si considerano gli stessi processi, fra circa vent'anni, si arriverà al 24%. 

Curia sempre più africana

Il crescente numero dei cattolici africani si riflette nella stessa Curia. Se all'epoca della visita di papa Paolo VI si contavano 150 vescovi e 3 cardinali originari del Continente, oggi l'Africa annovera 26 cardinali viventi, di cui 16 eleggibili in Conclave, avenndo meno di ottant'anni. Un numero considerevole, se si pensa che, tra 219 cardinali componenti l'attuale Curia, al momento solo 120 possono entrare in conclave con diritto di voto.