“Il futuro di un Paese dipende dall'ascolto dei giovani”

Una sfida grande e appassionante si trova ad affrontare il Cile: “continuare a lavorare perché la democrazia, ben al di là degli aspetti formali, sia veramente un luogo d’incontro per tutti“, Così Papa Francesco si rivolge alle Autorità, ai rappresentanti della Società Civile e della Cultura e ai Membri del Corpo Diplomatico, accorsi  al Palacio de La Moneda di Santigo del Cile per il primo impegno ufficiale del 22mo Viaggio Apostolico di Bergoglio. Il Pontefice sottolinea come il Cile sia una nazione “che ama la sua storia, che lavora per il presente della sua convivenza e guarda con speranza al futuro”. Un futuro che, secondo il Santo Padre, “si gioca, in gran parte, nella capacità di ascolto che hanno il suo popolo e le sue autorità“. Da qui l'appello alle Istituzioni affinchè prestino orecchio alla voce dei disoccupati, dei popoli autoctoni “spesso dimenticati”, dei migranti, dei giovani, ma anche dei bambini e degli anziani. Infine, l'invito a “far crescere una cultura che sappia prendersi cura della terra”, a non accontentarsi di offrire solo “risposte specifiche ai gravi problemi ecologici e ambientali che si presentano”, bensì a privilegiare “uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico”.

Il saluto di Bachelet

Papa Francesco, la sua visita ci fa bene!“: con queste parole cordiali, la presidente Michelle Bachelet dà il benvenuto formale al Pontefice, accogliendolo nella sede dell'esecutivo a Santiago. “Lo accogliamo con molta speranze, e non ho alcun dubbio che i cileni glielo faranno sentire: le sue sono parole sagge e sempre valide, parole di pace”. La presidente ricorda la precedente visita di Giovanni Paolo II in Cile, trent'anni or sono, quando ancora non era finita la dittatura di Augusto Pinochet. “Fa piacere poter dirle che questo è un altro Cile, al di là di qualsiasi delle nostre divergenze”. E conclude: “Benvenuto, Papa Francesco: il Cile, la nostra casa, è sempre aperto per un nostro amico“.

L'elogio del Cile

Papa Francesco non nasconde la gioia di trovarsi “nuovamente sul suolo latino-americano” e di iniziare questa visita partendo dal Cile, terra che lo ha ospitato formato durante la sua gioventù. Ringrazia la Presidente Michelle Bachelet, i membri del Governo,e tutte le autorità presenti. Ricorda quindi come il Cile, in questi ultimi decenni, si è distinto “per lo sviluppo di una democrazia che gli ha consentito un notevole progresso“. E le recenti elezioni politiche sono una testimonianza di questa “maturità civica” raggiunta nell'anno in cui si commemorano i 200 anni della dichiarazione di indipendenza. 

La “sfida” della democrazia

Quindi un monito: “Ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno – prosegue -. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi a goderlo in modo che tale situazione ci porti a disconoscere che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti”. Ecco allora la grande e appassionante sfida che le Istituzioni cielene si trovano davanti: “continuare a lavorare perché la democrazia, il sogno dei vostri padri, ben al di là degli aspetti formali, sia veramente un luogo d’incontro per tutti“. E aggiunge: “Che sia un luogo nel quale tutti, senza eccezioni, si sentano chiamati a costruire casa, famiglia e nazione”. Una nazione, ribadisce, chiamata Cile, che sia generosa, accogliente, che ama la sua storia, “che lavora per il presente della sua convivenza e guarda con speranza al futuro“. Poi, citando San Alberto Hurtado fa notare come il futuro di un Paesi “si gioca, in gran parte, nella capacità di ascolto che hanno il suo popolo e le sue autorità“.

Ascoltare i giovani e i disoccupati

Una capacità di ascolto che proprio in Cile, fa notare il Santo Padre, “acquista un grande valore” poichè “la pluralità etnica, culturale e storica esige di essere custodita da ogni tentativo di parzialità o supremazia e che mette in gioco la capacità di lasciar cadere dogmatismi esclusivisti in una sana apertura al bene comune”. Papa Francesco invita duqnue a prestare orecchio “ai disoccupati, che non possono sostenere il presente e ancor meno il futuro delle loro famiglie; ascoltare i popoli autoctoni, spesso dimenticati, i cui diritti devono ricevere attenzione e la cui cultura protetta, perché non si perda una parte dell’identità e della ricchezza di questa Nazione”. Secondo il Pontefice è indispensabile “ascoltare i migranti, che bussano alle porte di questo Paese in cerca di una vita migliore e, a loro volta, con la forza e la speranza di voler costruire un futuro migliore per tutti”. Allo steso modo, è indispensabile “ascoltare i giovani, nella loro ansia di avere maggiori opportunità, specialmente sul piano educativo e, così, sentirsi protagonisti del Cile che sognano, proteggendoli attivamente dal flagello della droga che si prende il meglio delle loro vite”. Non vanno poi tralasciati gli anziani, “con la loro saggezza tanto necessaria e il carico della loro fragilità. Non li possiamo abbandonare”.

La “vergogna” per gli abusi

Ma per Francesco è importante ascoltare anche i bambini, “che si affacciano al mondo con i loro occhi pieni di meraviglia e innocenza e attendono da noi risposte reali per un futuro di dignità”. E, provato, aggiunge: “Qui non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa. Desidero unirmi ai miei fratelli nell’episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta”. Chiaro il riferimento alle violenze commesse dal sacerdote Fernando Karadima, riconosciuto colpevole dalla Santa Sede di abusi sui minori nel 2011. Parole che Sebastian Pinera, presidente eletto del Cile, così commneta: “E' un segnale positivo”. “Credo che troppi abusi sono stati commessi durante troppo tempo, e il fatto che il papa lo riconosca mi sembra un segnale positivo”, dice il dirigente conservatore, che sostituirà Michelle Bachelet alla presidenza nel marzo prossimo. “Ciò che conta – conclude – è riconoscere le colpe, dimostrare pentimento, ed è proprio quello che ha fatto Francesco“. 

Proteggere l'ambiente

Nel suo primo discorso del suo viaggio in Cile, il primo eco-sostenibile, il Pontefice chiede di prestare particolare attenzione all'ambiente, “nostra casa comune”. Bergoglio, citando la sua enciclica, chiede di “far crescere una cultura che sappia prendersi cura della terra”; non bisogno accontentarsi “solo di offrire risposte specifiche ai gravi problemi ecologici e ambientali che si presentano“, bensì è necessario prediligere “una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico”. E “la saggezza dei popoli autoctoni può offrire un grande contributo” a questa causa. “Da loro possiamo imparare che non c’è vero sviluppo in un popolo che volta le spalle alla terra e a tutto quello e tutti quelli che la circondano – prosegue -. Il Cile possiede nelle proprie radici una saggezza capace di aiutare ad andare oltre la concezione meramente consumistica dell’esistenza per acquisire un’atteggiamento sapienziale di fronte al futuro”. 

L'incontro con Bachelet

Al termine del discorso, la Presidente accompagna il Santo Padre al Salón Azul per l’incontro privato. Poi il Papa farà rotta, in auto chiusa, verso il Parque O'Higgins, il secondo parco pubblico più grande del Cile, dove presiederà la Santa Messa. Gli organizzatori si aspettano circa 400 mila fedeli. Dopo la celebrazione, il pranzo in Nunziatura.