Il contributo della Chiesa alla rinascita dell’Europa

Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell'Unione Europea (COMECE), ha presentato il dialogo “(Re)Thinking Europe. Un contributo cristiano al futuro del Progetto Europeo”, organizzato in Vaticano dalla stessa COMECE, in collaborazione con la Segreteria di Stato, che si concluderà domenica. I mutamenti climatici, il lavoro, sempre più precario e con l'alta disoccupazione giovanile, gli enormi movimenti migratori legati alla crisi dei profughi sono solo le principali sfide elencate dal cardinale tedesco che l'intera Europa si trova ad affrontare. “Di fronte a queste grandi sfide è riconoscibile una tendenza a cercare le risposte nell'ieri, in un mal compreso ritorno alle soluzioni collaudate, che spesso è solo nostalgia e trasfigurazione romantica del passato – ha detto Marx – Ne sono espressione anche le correnti populiste e rivolte all'indietro. Ma questa non è la nostra prospettiva: il nostro non è uno sguardo retrospettivo che abbellisce la realtà, bensì uno sguardo lucido sul nostro presente e soprattutto sul futuro. Per questo il motto del nostro dialogo è (Re)thinking Europe”.

Non ci sono soluzioni pronte

Il porporato ha ricordato sia i risultati ottenuti dall'Unione, con oltre 60 anni di pace stabile e duratura, sia le conseguenze negative di un “Progetto Europa” con l'”atteggiamento distaccato” dei cittadini nei confronti di una “UE sempre più tecnocratica”. “Come può contribuire la Chiesa – si è chiesto il cardinale – a trovare delle risposte e cosa può fare? Non abbiamo delle risposte e delle soluzioni pronte, e d'altronde non facciamo politica concreta. Ma riteniamo che sia necessario che i cittadini dell'UE, con le loro diverse esperienze, le loro diverse aspettative e con le loro ricche e differenti capacità, vengano messi di nuovo al centro del 'Progetto Europa' e in grado di poter essere attori. Questo è anche il contenuto e lo scopo di questo incontro a Roma: vogliamo riaccendere il dialogo tra politici e rappresentanti della Chiesa, come tra rappresentanti degli enti sociali, sull'Europa e l'Unione Europea, sulle aspettative, le speranze, ma anche sulle delusioni. La domanda principale è: cosa possiamo e vogliamo fare per vivere insieme in questa Europa e per portare avanti il Progetto Europa? Per questo motivo questa manifestazione non è il “classico congresso”, bensì come un dialogo”.

L'incoraggiamento del Papa

Dunque non “la conclusione di un processo di riflessione e discussione sull'Europa e la UE, ma un inizio”. A partire dalle parole del Papa che “offrono, nel complesso, speranza e incoraggiamento”. “Nel suo primo discorso sull'Europa – ha concluso Marx – davanti al Parlamento Europeo egli ha disegnato l'Europa come una 'nonna' stanca ed esaurita. Come possiamo contribuire a far sì che questa esausta 'nonna' – che nonostante le rughe della sua età è una persona amabile – non si limiti a sorvegliare e a difendere solo ciò che ha raggiunto, ma consegni alle generazioni successive la ricchezza delle sue esperienze e le incoraggi a intraprendere con fiducia il proprio cammino verso il futuro?”. C'è da scommettere che durante l'udienza ai partecipanti il S. Padre saprà offrire ulteriori spunti di riflessione.

Nazionalismo? C'è anche quello buono

Alla presentazione dell'incontro, al quale parteciperanno circa 350 autorità civili e religiose di tutto il continente, ha partecipato anche mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, in pratica il “ministro degli Esteri” della S. Sede. “Credo che esista un sano nazionalismo – ha affermato – per così dire un nazionalismo inteso come senso patriottico, questo, sì, lo incoraggiamo sempre. Ma in generale sia con nazionalismo che con populismo c'è un compromesso con la verità, perché col populismo si fa dire ai politici quel che il popolo vorrebbe ascoltare, e questo non necessariamente è in linea con la verità e la giustizia, e col nazionalismo si esaltano solo determinati aspetti e caratteristiche della nazione, e questo atteggiamento è sempre parziale”. “Certamente fa parte anche dello spirito cattolico – ha specificato Gallagher – ma nel senso di universalismo, per questo la Chiesa ha sempre avuto una simpatia verso il progetto europeo, perché è in perfetta armonia con la nostra dottrina. Che ci siano poi differenze politiche tra il popolo di Dio e il clero è perfettamente normale – ha aggiunto, riferendosi alle recenti polemiche dopo l'iniziativa del rosario per la pace ai confini polacchi – Ci sono vescovi che hanno più simpatia verso posizioni socialiste, altri sono più conservatori”.