Il Cardinale Bassetti ricorda il dramma del 1938

La coscienza del legame tra la Chiesa e gli ebrei è divenuta per noi cattolici un fatto di popolo, diffuso e radicato in profondità”. Il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale italiana, ha parlato ieri al convegno della Società Dante Alighieri ancora in corso e dal titolo “Chiesa, fascismo ed ebrei: la svolta del 1938″. L'evento è stato organizzato in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano e l’Università per Stranieri di Perugia per gli 80 anni dalla firma delle leggi razziste.

Nel solco di San Giovanni Paolo II

L'intervento dell'Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve si pone sul solco già tracciato da San Giovanni Paolo II che il 31 ottobre nel 1997, nel discorso ai partecipanti all'incontro di studio su “Radici dell'antigiudaismo inambiente cristiano”, ebbe a dire: “La resistenza spirituale di molti non è stata quella chel'umanità era in diritto di aspettarsi da parte dei discepoli di Cristo“. Allo stesso modo, il Cardinal Bassetti ha detto ieri: “Sento il dolore per il fatto che i cattolici italiani avrebbero potuto fare di più, quando gli ebrei venivano discriminati con leggi razziste, ma purtroppo non c’era ancora stato il Concilio Vaticano II”. “Sono molto lieto – ha detto il presidente della Cei – di portare il mio saluto e quello della Chiesa italiana a questo convegno su un passaggio molto delicato della storia italiana, quel 1938 in cui il regime fascista consolidò il suo volto totalitario“.

La posizione di Pio XI

Il tema del convegno è quello dell'atteggiamento della Chiesa in quel drammatico frangente. Il Cardinal Bassetti ha osservato: “In quell’anno vennero prese misure discriminatorie contro la comunità ebraica italiana con un complesso di leggi francamente razziste e antisemite. Nella mia prolusione al consiglio permanente della Cei, inizio 2018, ho voluto ricordare quei tristi eventi che, purtroppo, si svolsero in 'un clima di pavida indifferenza collettiva', anche di una parte dei cattolici, su cui è giusto riflettere. Non ho voluto dimenticare che allora risuonò alta la voce di Papa Pio XI che dichiarava l’antisemitismo come inammissibile per i cristiani”.

Papa Wojtyla al Muro del Pianto

Oltre a ricordare la figura di Pio XI, l'Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve ha voluto menzionare il pensiero di San Giovanni Paolo II: “Per questo colgo l’occasione, come presidente della Conferenza episcopale italiana, guardando a quel triste 1938, di fare mio il pensiero di San Giovanni Paolo II che disse a proposito della persecuzione degli ebrei; la resistenza dei cristiani 'non è stata quel che l’umanità era in diritto di aspettarsi'. Ma, soprattutto, faccio mia l’invocazione di perdono e di speranza che Paolo Wojtyla depose a Gerusalemme nelle fessure del Muro del Pianto nel 2000, durante il suo viaggio in Terra Santa; 'Dio dei nostri padri, tu hai scelto Abramo e la sua discendenza perché il tuo Nome fosse portato alle genti: noi siamo profondamente addolorati per il comportamento di quanti nel corso della storia hanno fatto soffrire questi tuoi figli, e chiedendoti perdono vogliamo impegnarci in un’autentica fraternità con il popolo dell’alleanza'“.