Il cardinal Parolin racconta Papa Francesco: “E’ l’autentico ritorno a Dio a guidare la riforma”

Papa Francesco e il suo messaggio, la sua missione, il suo modo innovativo di (ri)pensare a una Chiesa originaria: c’è questo e molto altro nei quattro anni di Pontificato di Jorge Mario Bergoglio, chiamato “dalla fine del mondo” a guidare una Chiesa che, sotto la sua guida, ha saputo avvicinarsi in modo concreto alla sua gente, ricostruendo quel ruolo di supporto spirituale con la quale era stata concepita all’indomani della caduta dell’Impero romano d’Occidente. E, rispondendo pienamente alle condizioni morali implicate nel suo nome pontificale, il Santo Padre ha proseguito nella sua opera verso gli ultimi, restituendo quella fondamentale dimensione di vicinanza ai suoi fedeli, unificando il tutto sull’invocato bisogno di misericordia, rimarcato a gran voce durante il Giubileo dello scorso anno. A tracciare le linee di questo giovane pontificato, è stato il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, intervistato da Radio Vaticana: “Mi pare importante questa Chiesa in cammino – ha spiegato il porporato -, questa Chiesa… in uscita verso il suo Signore, verso Gesù Cristo. E proprio perché la Chiesa è in uscita verso Gesù Cristo riesce anche ad accompagnare la gente, ad incontrare la gente, ad accompagnare la gente nella sua realtà di ogni giorno. Questo mi pare molto importante e mi pare che questo cammino va fatto insieme. Ecco la sinodalità!”.

I frutti del Giubileo

E la misericordia, definita “l’architrave del Pontificato”, occupa un ruolo di primo piano in questo cammino sinodale guidato dallo Spirito Santo: “Questa insistenza sulla misericordia non è tanto un gusto personale del Papa quanto è proprio il centrare l’attenzione sul Mistero fondamentale che è quello dell’amore di Dio… L’Anno Santo della Misericordia è stato proprio un’offerta che il Papa ha fatto alla Chiesa perché diventasse questo strumento di misericordia. Giustamente, come lui ha detto, si chiude la Porta Santa ma quella della misericordia rimane sempre aperta!”. E, ha aggiunto Parolin: “Per quanto riguarda i frutti vorrei sottolineare due cose. La prima è, da parte di molti cristiani, di molti battezzati, la riscoperta della Confessione come Sacramento della misericordia di Dio… La seconda è l’attenzione alle situazioni di povertà, di indigenza”. Ma il Cardinale ha posto l’accento anche sulla recente enciclica Amoris laetitia, la quale “sta veramente producendo frutti di rinnovamento e di accompagnamento delle situazioni familiari che si trovano nella fragilità”.

“La riforma del cuore”

Il cardinal Parolin si è soffermato anche sulla riforma della Curia ma, in modo ancor più approfondito, sulla “riforma del cuore” alla quale Papa Francesco ci richiama costantemente: “E’ una dimensione fondamentale della Chiesa quella di essere in un processo di riforma, di ‘conversione’ e Il Papa ce lo ricorda con insistenza perché la Chiesa diventi sempre più se stessa, sempre più autentica… Io vorrei dire, è importante, come del resto lo dice lui, insistendo sulla ‘riforma del cuore’: non sono i criteri funzionali che devono guidare questa riforma ma, appunto, più profondamente, i criteri di un autentico ritorno a Dio e un’autentica manifestazione della vera natura della Chiesa”. Infine, una conclusione sulla sua esperienza al fianco di Papa Francesco durante i suoi primi quattro anni sul Soglio di Pietro: “Quello che mi impressiona di Papa Francesco è proprio questa sua lettura di fede delle cose, delle situazioni, da cui nasce, direi, una grande serenità di fondo… questa capacità di guardare con serenità le cose, di sapere che le cose sono in mano a Dio e quindi di andare avanti con forza, di andare avanti con coraggio”.