I religiosi vietnamiti si appellano all’Europa per la libertà di culto

I rappresentanti delle maggiori religioni del Vietnam hanno consegnato una lettera alla cancelliera tedesca Angela Merkel per perorare la causa della libertà religiosa in patria. L’occasione è stata data dalla visita del primo ministro vietnamita in Germania e in altre nazioni europee – in Italia sarà presente a Milano per il 10° vertice Asia-Europa – allo scopo di promuovere un accordo di libero scambio tra il Vietnam e l’Unione Europea. Il premier terminerà il suo viaggio sabato prossimo. La lettera, datata 11 ottobre, è firmata da tre sacerdoti cattolici, due monaci buddisti, otto pastori protestanti, tre rappresentanti del Cao Dai e quattro del movimento buddista Hoa Hao.

Nell’incipit indirizzato alla Merkel si legge: “Gentile Signora, come leader delle cinque più grandi religioni rappresentate dal Consiglio interreligioso del Vietnam, vorremmo fare appello a lei per quanto riguarda la situazione in Vietnam”. “In Vietnam – sottolinea nel testo il Consiglio interreligioso – le violazioni dei diritti umani, in particolare contro la libertà religiosa, sono, ancora oggi, molto gravi. Nel corso degli ultimi 50 anni, numerosi servizi religiosi sono stati confiscati dal governo e il ricorso ad azioni legali hanno dimostrato di essere inefficaci. Anche se la Costituzione vietnamita afferma chiaramente che le strutture religiose devono essere rispettate e protette, nella realtà ciò non avviene. Allo stesso tempo, in molte città e nuovi centri di sviluppo, il governo vieta la costruzione di luoghi di culto, nonché uffici caritativi”.

“Inoltre – prosegue lo scritto – molte istituzioni religiose esistenti sono state demolite o costrette a trasferirsi. Recentemente, adducendo come motivazione un nuovo piano urbanistico della città Thu Thiem, il governo locale sta imponendo il trasferimento di tre istituzioni religiose che da tempo esistono della zona: Lien Tri Pagoda, fondata 70 anni fa e appartiene alla Chiesa buddista unificata del Vietnam; Thu Thiem, una Chiesa cattolica presente da oltre 150 anni; le strutture della Congregazione delle amanti della Santa Croce, fondata 170 anni fa”.

Nel testo si ricorda che il 30 agosto scorso il Consiglio interreligioso del Vietnam aveva già rilasciato una dichiarazione che invitava il governo vietnamita a revocare la sua decisione di forzare il trasferimento delle istituzioni religiose sopra elencate. “Crediamo – prosegue il Consiglio – che la religione e le pratiche spirituali siano esigenze importanti per il nostro popolo e contribuiscano a una società civile e umana. Purtroppo, siamo impotenti contro la decisione del governo comunista. Vorremmo chiedere che nel prossimo incontro con il primo ministro Nguyen Tan Dung, rivolga a lui, a nome nostro, un appello perché revochi la decisione di trasferire le tre istituzioni religiose in Thu Thiem, in modo che possiamo continuare a servire la popolazione locale in quella zona”.