“I cristiani rifiutino ogni forma di corruzione”

“Alcuni dicono che le famiglie con molti figli e la nascita di tanti bambini sono tra le cause della povertà. Mi pare un’opinione semplicistica. Posso dire, possiamo dire tutti, che la causa principale della povertà è un sistema economico che ha tolto la persona dal centro e vi ha posto il dio denaro”. E’ quanto espresso da Papa Francesco nell’udienza generale del mercoledì in aula Paolo VI. Il Santo Padre ha raccontato ai fedeli il recente viaggio apostolico in Sri Lanka e nelle Filippine. “Conserverò sempre nel cuore – ha detto – il ricordo della festosa accoglienza da parte delle folle – in alcuni casi addirittura oceaniche – che ha accompagnato i momenti salienti del viaggio”.

Ha ricordato il “momento culminante” del soggiorno in Sri Lanka, la canonizzazione del grande missionario Giuseppe Vaz, che ha indicato “come modello per tutti i cristiani, chiamati oggi a proporre la verità salvifica del Vangelo in un contesto multireligioso, con rispetto verso gli altri, con perseveranza e con umiltà”. Questo popolo, ha indicato, “sta cercando di ricostruire l’unità dopo un lungo e drammatico conflitto civile”. Nell’incontro con le autorità governative ha sottolineato “l’importanza del dialogo, del rispetto per la dignità umana, dello sforzo di coinvolgere tutti per trovare soluzioni adeguate in ordine alla riconciliazione e al bene comune”.

Ha poi incoraggiato i rappresentanti delle diverse religioni a proseguire nella cooperazione, con il “balsamo del perdono” e la riconciliazione. Scopo principale della visita nelle Filippine, ha poi riferito, “era poter esprimere la mia vicinanza ai nostri fratelli e sorelle che hanno subito la devastazione del tifone Yolanda”. “Gli incontri con le famiglie e con i giovani, a Manila – ha continuato – sono stati momenti salienti della visita nelle Filippine. Le famiglie sane sono essenziali alla vita della società. Dà consolazione e speranza vedere tante famiglie numerose che accolgono i figli come un vero dono di Dio”. La povertà, ha sottolineato, è causata “da un sistema economico che esclude” bambini, anziani, giovani, senza lavoro e “che crea la cultura dello scarto”. Occorre difendere le famiglie dalle “nuove colonizzazioni ideologiche, che attentano alla sua identità e alla sua missione”.

Ha incoraggiato i giovani delle Filippine a proseguire negli sforzi per il “rinnovamento della società, specialmente attraverso il servizio ai poveri e la tutela dell’ambiente naturale”. “La cura dei poveri – ha soggiunto – è un elemento essenziale della nostra vita e testimonianza cristiana” e comporta “il rifiuto di ogni forma di corruzione che ruba ai poveri e richiede una cultura di onestà”. Al termine dell’udienza generale il vescovo di Roma ha rivolto il suo pensiero ai cristiani perseguitati nel mondo. In particolare ha lanciato un appello per il Niger, al centro di brutali violenze perpetrate da estremisti musulmani. “Non si può fare la guerra in nome di Dio!”, ha concluso.