Giovani, poveri, migranti: così Bologna aspetta il Papa

tecnologia

Papa Francesco si recherà domani in visita pastorale a Cesena e Bologna. Nel capoluogo emiliano incontrerà le diverse realtà cittadine, celebrerà l’Angelus in piazza Maggiore (dove è prevista anche un’esibizione di Gianni Morandi) per poi concludere la giornata con la Messa celebrata nello stadio Dall’Ara dove è prevista la partecipazione di 45.000 persone. A Bologna c’è grande attesa: In Terris ne ha parlato con l’arcivescovo Matteo Zuppi, raggiunto al telefono.

Eccellenza, cosa rappresenta per Bologna la visita del S. Padre?

“Credo che sia soprattutto un’occasione per riscoprire la propria vocazione, la propria identità evangelica. A volte ci spaventiamo di fronte a certe situazioni che ci interpellano ma anche quelle ci aiutano a renderci consapevoli delle responsabilità che abbiamo. Come Chiesa e come città è un richiamo a riflettere su quello che siamo e sulle nostre possibilità”.

Sarà una visita breve ma molto intensa con almeno tre aspetti salienti. Il primo è l’incontro con i migranti e con i poveri. Cosa fa la Chiesa bolognese su questo “fronte”?

“Cerchiamo di vivere con impegno ciò a cui ci richiamano il Vangelo in primo luogo e l’insegnamento dei Pontefici poi, quello che ci indicano, nel senso di essere vicini a tutte le sofferenze, tutte le periferie. I poveri non sono un elemento accessorio ma devono essere una preoccupazione costante che deve coinvolgere tutti. Lo stesso vale per le migrazioni: ci sono sempre state ma ora siamo di fronte a una sfida di importanza epocale”.

Bologna è la città universitaria per antonomasia e il prossimo anno ci sarà il Sinodo dedicato ai giovani. Qual è il vostro impegno con loro?

“Direi che è un coinvolgimento tra passato e futuro. Bologna è l’università più antica d’Europa e quindi del mondo, una città di grande accoglienza, potremmo dire che è stata la prima a sperimentare l’Erasmus… Ma questo ci deve spingere a guardare al futuro, a cercare di capire oggi che cosa ha da dire questo nuovo umanesimo, anche per stimolare la Chiesa stessa a una cultura della carità che sappia attrarre i giovani”.

Il terzo aspetto peculiare della visita è legato alla conclusione del Congresso eucaristico diocesano. L’Eucarestia è centro e culmine della vita della Chiesa: come sta quella bolognese in questo senso?

“E’ molto attenta a scoprire e contemplare la presenza eucaristica. C’è una tradizione di grande devozione che si lega ad una altrettanto grande devozione per la Parola, sull’esempio di Dossetti. Domenica si celebrerà proprio la prima Domenica della Parola, istituita lo scorso anno dal S. Padre insieme alla Domenica dei poveri, come frutto del Giubileo straordinario, e questo è un aspetto importante come quello del passaggio dalla mensa eucaristica alla mensa condivisa con i poveri. Per questo il pranzo allestito all’interno della basilica di S. Petronio non sarà una secolarizzazione della chiesa ma una sacralizzazione dell’incontro con chi soffre”.

Qual è la principale sfida che Bologna è chiamata ad affrontare?

“Ripensare la nostra presenza nella città degli uomini non in funzione di chiusure, di muri, di isolamento ma nello scendere nelle strade, andando incontro alla gente. Noi siamo facilmente inclini a cercare la nostra identità, a distinguerci e invece occorre andare verso gli altri, superare i muri, eliminare le distanze. Penso che sia questa la grande sfida che ci attende”.

Lei ha incontrato il S. Padre in preparazione a questa visita. Cosa vi siete detti?

“Abbiamo parlato della situazione della Chiesa, delle difficoltà che incontra. Il Papa viene a Bologna con grande attesa, è una città che ha conosciuto solo attraverso i miei predecessori, i cardinali Biffi e Caffarra, e ha grande desiderio di toccare con mano questa realtà”.

E voi cosa vi aspettate dall’incontro con il Pontefice?

“Che sia la conferma del nostro cammino, che ci trasmetta tanta gioia e passione per crescere, per andare oltre i nostri limiti e affrontare le sfide che ci aspettano, che ci richiami alla consapevolezza del nostro impegno e ci dia la spinta per progredire”.