Francesco prega sulla tomba del “Vescovo dei poveri”

E'atterrato nella tarda serata all'aeroporto internazionale di Santiago del Cile il volo dell'Alitalia con a bordo Papa Francesco. Ad accoglierlo, sulla pista di atterraggio, le massime autorità civili, militari e religiose del Paese, tra cui la Presidente della Repubblica, Michelle Bachelet, e l'Arcivescovo di Santiago, il cardinal Ezzati. Ha quindi luogo la Cerimonia di Benvenuto, con una piccola orechestra di giovani che accoglie il Pontefice con musiche tipiche cilene. Poi il picchetto d'onore, che ha scortato il Pontefice e la Presidente alle auto. Dall'aeroporto ha preso il via il corteo papale che ha subito fatto rotta verso la Nunziatura Apostolica di Santiago del Cile, nei giorni scorsi occupata durante l'assalto ad alcune chiese della città come protesta di alcuni cittadini contrari alla visita del Pontefice. L'agenda del Santo Padre per oggi non prevede altri impegni. Domani, a partire dalle 8:30 del mattino (ora locale) la visita alle autorità civili della nazione presso il Palazzo de la Moneda, seguito dalla celebrazione della Santa Messa Parque O’Higgins.

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Ha così inizio il 22mo viaggio apostolico di Papa Francesco, un viaggio che il Pontefice ha affidato alla Vergine Maria, con l'ormai tradizionale omaggio, floreale all'icona della Salus Populi Romani, custodita nella basilica di Santa Maria Maggiore, nel centro di Roma. Omaggio fatto sabato 13 gennaio, alla vigilia della partenza. “Vengo come pellegrino della gioia del Vangelo – ha detto il Santo Padre in un videomesaggio indirizzato ai cileni e ai peruviani -, per condividere con tutti 'la pace del Signore' e 'confemarvi nella stessa speranza'”.

La preghiera sulla tomba di mons. Alvear

Primo atto della sua visita in terra cilena, una preghiera sulla tomba di mons. Enrique Alvear Urrutia, il “vescovo dei poveri”. Una sosta decisa solo di recente, in accordo con il Vaticano, dalla Commissione nazionale che cura la visita del Santo Padre in Cile. In una nota diffusa nelle scorse ore si legge: “Il Papa, dall'aeroporto, si recherà a bordo di un veicolo chiuso alla parrocchia San Luis Beltran, di Pudahuel, dove farà una visita alla tomba di mons. Alvear, morto nel 1982 e noto come il 'Vescovo dei poveri' per il suo straordinario lavoro con i più bisognosi”. E' così è stato. Dopo la preghiera, il Pontefice è salito a bordo della papamobile e, percorrendo il viale principale di Santiago, tra due ali di folla in festa, ha raggiunto la nunziatura apostolica in Calle Monseñor Sótero Sanz dove in questi giorni soggiornerà.

“Un viaggio non semplice”

Il significato più importante di questo viaggio, secondo il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, “è sempre l’incontro con le Chiese, è sempre l’incontro con la comunità cristiana”. Chiese vivaci, ha rimarcato, ma con importanti sfide davanti. Due in particolare: “La prima è la sfida della popolazione indigena: qual è il ruolo, qual è il contributo di queste popolazioni. Poi, il tema della corruzione, che impedisce il superamento della povertà e della miseria”. “Credo che sarà un viaggio non semplice ma sarà davvero un viaggio appassionante”.

“Ho paura di una guerra nucleare”

Alla partenza, Papa Francesco ha fatto distribuire ai 70 giornalisti al seguito una foto scattata a Nagasaki dopo l'esplosione della bomba atomica al termine del secondo conflitto mondiale, con sul retro la sua scritta “Frutto della guerra”. E ha spiegato: “Questa l'ho trovata per caso, é stata scattata nel '45. E' un bambino con il suo fratellino sulle spalle che aspetta il suo turno davanti al crematorio a Nagasaki dopo la bomba. Mi ha commosso quando l'ho vista. Ho pensato, ho osato scrivere solo 'Il frutto della guerra' e poi di farla stampare e condividerla perché un'immagine del genere commuove più di mille parole. E l'ho voluta condividere con voi”. Una giornalista ha dunque chiesto: “Ha paura di una guerra nucleare?”. E il Pontefice: “Si, ho davvero paura. Siamo al limite. Basta un incidente per innescare la guerra. Di questo passo la situazione rischia di precipitare. Quindi bisogna distruggere le armi, adoperarci per il disarmo nucleare”. Poi, salutando i giornalisti, ha concluso: “Vi auguro buon viaggio. Hanno detto all'Alitalia che il volo Roma-Santiago é il volo diretto più lungo che ha la compagnia, 15 ore e 40. Avremo tempo per riposare, lavorare, tante cose. Grazie per il vostro lavoro. Sarà impegnativo: tre giorni in un Paese, tre giorni in un altro. Per me non sarà tanto difficile in Cile, perché ho studiato lì un anno, ho tanti amici, lo conosco bene. Invece il Perù lo conosco meno. Ci sono andato due o tre volte per convegni, incontri. Buon viaggio”.

Le attese dei cileni

Come ha affermato il cardinal Ezzati, “Papa Francesco troverà un Cile molto cambiato, a partire dalla sua struttura politica, nella sua realtà sociale e nella sua densità di vita crisitiana”. Tante le iniziative svolte nei giorni scorsi in preparazione alla visita del Pontefice, dalla Veglia di Preghiera con i giovani, alla Messa d'Invio. Tra i momenti più salienti del viaggio, l'incontro con gli indigeni sudamericani. Bergoglio, infatti, sia in Cile che in Perù, pranzerà, in privato, con un ridotto gruppo di rappresentanti delle popolazioni indigene, storicamente perseguitate, discriminate, impoverite e private dei loro diritti

Altissimi i livelli di sicurezza. Nei giorni scorsi, infatti, a Santiago sono scoppiate diverse rivolte contro la visita del Papa: sono state assaltate delle chiese, la Nunziatura è stata occupata, e non sono mancate delle minacce dirette alla figura del Pontefice: “Papa Francesco, le prossime bombe saranno sotto il tuo abito talare”. Ma mons. Hector Vargas, vescovo di Temuco, ai microfoni della Radio Vaticana ha rassicurato: “Sono piccoli gruppi fortemente ideologizzati: li conosciamo bene. Ma non è questo il sentire della popolazione cilena. Sono persone, pochissimi, che fanno molto rumore. Noi siamo abituati a questo, non solamente per la visita del Papa, ma anche riguardo a tante altre cose. Il Cile aspetta il Pontefice con molto affetto e soprattutto con molta fede e speranza“.

Il programma

Il viaggio entra nel vivo già a partire dalla mattinata di martedì 16, quando alle 8:30 (ore locali), il Papa incontrerà autorità, società civile e corpo diplomatico nel Palacio de la Moneda. Alle 9:00, è prevista la visita al presidente del Cile, Michelle Bachelet. Alle 10:30 la celebrazione della Santa Messa nel Parque O’Higgins. Nel pomeriggio visiterà il carcere femminile di Santiago. In cattedrale, alle 17:15, incontrerà sacerdoti, religiosi e seminaristi, nella sagrestia i vescovi cileni. In serata si recherà in visita privata al santuario di San Alberto Hurtado, dove troverà ad attenderlo i sacerdoti della Compagnia di Gesù. Mercoledì 17, Francesco si sposterà da Santiago a Temuco, dove, alle 10:30, celebrerà la Messa nell’aeroporto di Maquehue. Dopo la celebrazione è previsto il pranzo con alcuni abitanti della regione dell’Aracaunia nella casa “Madre de la Santa Cruz”. Nel pomeriggio, il ritorno a Santiago e alle 17:30 incontrerà i giovani nel santuario di Maipu. Poi, in serata, la visita alla Pontificia Università Cattolica del Cile. Giovedì 18 tappa a Iquique: alle 11:30 presiederà la Messa nel Campus Lobito; quindi il pranzo con il seguito papale nella “Casa de retiros del Santuario Nuestra Señora de Lourdes” dei Padri Oblati.

Nel pomeriggio, il trasferimento a Lima, in Perù, dove sarà accolto con la cerimonia di benvenuto. Nel giorno successivo, venerdì 19, alle 8:30, Francesco incontrerà autorità, società civile e corpo diplomatico nel Cortile d’Onore e, subito dopo, nel Palazzo del Governo il presidente Pedro Pablo Kuczynski. Alle 12:00, a Maldonado, il Papa troverà i popoli dell’Amazzonia nel Coliseo Regional Madre de Dios e, alle 13:00, la popolazione locale nell’Istituto Jorge Basadre. Con i loro rappresentanti pranzerà nel Centro Pastorale Apaktone. Nel pomeriggio, prima di rientrare a Lima, visiterà l’ ”Hogar Principito”. Nella capitale, in serata, è previsto l’incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù, nella chiesa di San Pedro. Sabato 20, il Pontefice si sposterà a Trujillo, dove presiederà la celebrazione eucaristica sulla spianata costiera di Huanchaco. Al termine del rito il giro in papamobile nel quartiere “Buenos Aires”. Alle 15:00 la visita alla cattedrale. Mezz’ora dopo incontrerà religiosi, sacerdoti e seminaristi delle circoscrizioni ecclesiastiche del nord del Perù, nel Colegio Seminario SS. Carlos y Marcel. Nel pomeriggio è prevista la celebrazione mariana nella Plaza de Armas. Alle 18:15, il Bergoglio ritornerà a Lima. Domenica 21, ultimo giorno del viaggio, in mattinata reciterà la preghiera dell’ora media con le religiose di vita contemplativa nel Santuario del Señor de los Milagros. Alle 10:30 il momento della preghiera alle reliquie dei santi peruviani nella cattedrale di Lima, poi, nel palazzo arcivescovile incontrerà i presuli del luogo. A mezzogiorno la preghiera dell’Angelus nella Plaza de Armas e nel pomeriggio celebrerà la Messa nella base aerea “Las Palmas”. Alle 18:30 la cerimonia di congedo in aeroporto e la partenza per Roma