Francesco: “L’identità cristiana si compie con la Resurrezione”

L’identità cristiana “non finisce con un trionfo temporale, con una bella missione”, ma si compie “con la Resurrezione dei nostri corpi”. Sono le parole di Papa Francesco nell’omelia a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha meditato sulla prima lettura dell’odierna liturgia, nella quale San Paolo esorta i cristiani di Corinto a credere veramente nella resurrezione. “Loro – ha spiegato – pensavano in un altro modo: sì, i morti sono giustificati, non andranno all’inferno – molto bello! – ma andranno un po’ nel cosmo, nell’aria, lì, l’anima davanti a Dio, l’anima soltanto”.

Anche a San Pietro, che “la mattina della Resurrezione è andato di corsa al Sepolcro” e pensava avessero rubato il Maestro, non entrava nella mente il passaggio dalla morte alla vita, una “resurrezione reale”. “C’è la resistenza alla trasformazione – ha continuato il Santo Padre – la resistenza a che l’opera dello Spirito che abbiamo ricevuto nel Battesimo ci trasformi fino alla fine, alla Resurrezione. E quando noi parliamo di questo, il nostro linguaggio dice: ‘Ma, io voglio andare in Cielo, non voglio andare all’Inferno’, ma ci fermiamo lì”. E’ più facile, ha aggiunto, “pensare a un panteismo cosmico”. “Quando un uomo o una donna deve subire un intervento chirurgico – ha osservato – ha molta paura perché o gli toglieranno qualcosa o gli metteranno quell’altra cosa… sarà trasformato, per così dire”.

Secondo il vescovo di Roma “forse non abbiamo tanta paura dell’Apocalisse del Maligno, dell’Anticristo che deve venire prima”, “forse non abbiamo tanta paura della voce dell’Arcangelo o del suono della tromba”, ma della resurrezione sì. L’identità cristiana è un cammino dove si sta con il Signore, con il nostro corpo e con la nostra anima, “come quei due discepoli che ‘stettero con il Signore’ tutta quella serata”. “E se noi siamo abituati a stare con il Signore – ha soggiunto – questa paura della trasformazione del nostro corpo si allontana”.