Francesco: “Il Paradiso è uno stato dell’anima”

“La meta a cui tende la Chiesa è come dice la Bibbia, la ‘Gerusalemme nuova’, il Paradiso. Più di un luogo si tratta di uno stato dell’anima in cui le nostre attese più profonde saranno compiute in modo sovrabbondante e il nostro essere, come creature e come figli di Dio, giungerà alla piena maturazione”. Con queste parole Bergoglio ha incoraggiato la sua Chiesa e i pellegrini che in San Pietro hanno partecipato all’udienza del mercoledì, ricordando la direzione verso cui tendere i passi, il paradiso. “La Chiesa non è una realtà statica, ferma, fine a se stessa, ma è continuamente in cammino nella storia, verso la meta ultima e meravigliosa che è il Regno dei cieli”.

Francesco ha dedicato la sua riflessione questa mattina alle antiche domande che da sempre albergano nel cuore dell’uomo, a che sono il motore di tutta la storia: “Quando avverrà questo passaggio finale? Come sarà la nuova dimensione nella quale la Chiesa entrerà? Che cosa sarà allora dell’umanità? Ma queste domande non sono nuove, le avevano già fatte i discepoli”. Di fronte a questi interrogativi il Papa riporta lo sguardo alla bellezza promessa, e come un padre incoraggia i suoi figli “saremo finalmente rivestiti della gioia, della pace e dell’amore di Dio in modo completo, senza più alcun limite, e saremo faccia a faccia con Lui!” Ma questo non è solo il programma di un bel viaggio che deve ancora iniziare, il Paradiso si può gustare già oggi, e in questo è di aiuto la “comunione di fondo tra la Chiesa che è nel cielo e quella ancora in cammino sulla terra. Coloro che già vivono al cospetto di Dio possono infatti intercedere per noi.”.

Il Pontefice ha poi spiegato che la prospettiva in cui tutta la storia è entrata dalla morte e risurrezione di Cristo, è quella di una nuova creazione: “non dunque un annientamento del cosmo, ma un portare ogni cosa alla sua pienezza de essere, di verità, di bellezza. Questo è il disegno che Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, da sempre vuole realizzare e sta realizzando.”

La riflessione si è conclusa con un invito a riscoprire “quanto appartenere alla Chiesa sia un dono meraviglioso, che porta iscritta una vocazione altissima! Chiediamo allora alla Vergine Maria, Madre della chiesa, di vegliare sempre sul nostro cammino e di aiutarci ad essere, come lei, segno gioioso di fiducia e di speranza in mezzo ai nostri fratelli.”