Francesco: dobbiamo pensare alla santità nascosta nella Chiesa

Nell’omelia di oggi a Santa Marta Papa Francesco ha spiegato ai fedeli presenti un brano del Vangelo di Matteo, quello della casa costruita sulla roccia o sulla sabbia. L’abitazione che ha le sue fondamenta sulla sabbia alla prima pioggia crolla, proprio come tutti quei “cristiani di apparenza, cristiani truccati”. “Non basta appartenere ad un’associazione o essere un benefattore, se poi non si segue la volontà di Dio – insiste il papa argentino – tanti cristiani delle apparenze crollano alle prime tentazioni perché non c’è sostanza lì”.

Bergoglio ha invitato tutti i presenti a ricordare i santi nascosti dei nostri tempi, cioè i padri e le madri di famiglia, i malati, i preti. “Ci sono tanti santi nel popolo di Dio, non necessariamente canonizzati, ma santi – spiega Bergoglio – tanti uomini e donne, che mettono in pratica l’amore di Gesù. Tanti. Hanno costruito la casa sulla roccia, che è Cristo”. “Dobbiamo pensarci tanto alla santità nascosta che c’è nella Chiesa, cristiani che rimangono in Gesù. Peccatori, eh? Tutti lo siamo – sottolinea Papa Francesco – e anche alcune volte qualcuno di questi cristiani fa qualche peccato grave, ma si pente, chiede perdono, e questo è grande: la capacità di chiedere perdono, di non confondere peccato con virtù, di sapere bene dove è la virtù e dove è il peccato. Questi sono fondati sulla roccia e la roccia è Cristo. Seguono il cammino di Gesù, seguono Lui”.

Il Santo Padre ha concluso la sua omelia ricordando che da domenica è iniziato il tempo di Avvento, un momento particolare per il calendario liturgico che ci prepara alla nascita di Gesù. “In questo tempo di preparazione al Natale chiediamo al Signore di essere fondati saldi nella roccia che è Lui, la nostra speranza è Lui. Noi siamo tutti peccatori, siamo deboli ma se mettiamo la speranza in Lui potremo andare avanti. – conclude Papa Francesco – E questa è la gioia di un cristiano: sapere che in Lui c’è la speranza, c’è il perdono, c’è la pace, c’è la gioia. E non mettere la nostra speranza in cose che oggi sono e domani non saranno”.