Fontane a secco anche in Vaticano per risparmiare acqua

La siccità che sta colpendo l’Italia non risparmia, ovviamente, il Vaticano. Perciò mentre a Roma Acea e Regione litigano sull’opportunità di razionare l’acqua lasciando a secco i rubinetti di una parte consistente della capitale, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha deciso di dare il buon esempio e risparmiare acqua. Come? Chiudendo tutte le fontane, sia quelle in piazza San Pietro che quelle all’interno dei Giardini e di tutto il territorio dello Stato. Una decisione che prende alla lettera gli insegnamenti di Papa Francesco in materia ambientale riportate nella “Laudato Si’“. Il Pontefice, infatti, ricorda come “l’abitudine di sprecare” l’acqua ha raggiunto “livelli inauditi”. “L’acqua potabile e pulita – aggiunge Francesco – rappresenta una questione di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici”.

Le cifre dell’Onu

Ma il Papa nell’enciclica ricorda anche che è un diritto di tutti “l’accesso all’acqua potabile”. Eppure, questo obiettivo appare lontanissimo. Mons. Ivan Jurkovič, osservatore della Santa Sede all’Ufficio Onu di Ginevra, intervistato dalla Radio Vaticana, ricorda che “le cifre che forniscono le Nazioni Unite sulle conseguenze del mancato accesso all’acqua non possono lasciarci indifferenti. Sono veramente drammatiche: quasi mille bambini muoiono ogni giorno a causa di malattie collegate all’acqua, un miliardo e 800 milioni persone consumano acqua inquinata; ogni anno due milioni di persone muoiono per patologie collegate all’acqua. Si tratta di dati molto gravi. L’obiettivo che si è posta la comunità internazionale è quello di frenare e invertire questo trend”.

Il documento della S. Sede

La Missione permanente della S. Sede a Ginevra, in collaborazione con Fondazione “Caritas in veritate”, il 14 settembre presenterà alle Nazioni Unite, insieme al prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, cardinale Turckson, una pubblicazione in cui si analizzano le principali implicazioni derivanti dal mercato relativo all’accesso all’acqua.