Il Volontariato come dono e come risorsa, una occasione per fare del bene e creare rete tra più realtà. E’ la finalità di Focsiv, una federazione che rappresenta 97 associazioni e quindi anche ONG, Organizzazioni Non Governative di Ispirazione Cristiana, impegnate in programmi e progetti di cooperazione e solidarietà internazionale in 80 paesi del mondo, che da 52 anni, cerca di fare sistema nel nostro mondo. In occasione del Giubileo del Mondo del Volontariato abbiamo incontrato la presidente di Focsiv, Ivana Borsotto che ci ha descritto la nostra grande sfida culturale oggi, “quella di dire che dal mondo non ci dobbiamo proteggere, e non servono muri”.
La definizione di Volontariato
“Il Giubileo che stiamo vivendo – ha raccontato la Presidente – è un anno di grazia, di liberazione, e di ricostruzione delle relazioni personali e sociali. La nostra speranza è quella di riuscire a liberare l’umanità dalle ingiustizie, dalle sofferenze, dalle diseguaglianze e farla accedere a quello che per noi è pratica quotidiana, accesso all’acqua pulita, accesso al cibo, a un lavoro, accesso alla scuola, alla sanità”.
Diventa sempre più importante avvicinare i giovani al volontariato e accanto a questa possibilità c’è tanto interesse. Lo dimostra un grande cartellone bianco in Piazza Risorgimento a Roma – dove per l’occasione c’era lo stand della Focsiv – con scritto in grande la parola “Volontariato” e l’invito a scrivere una propria definizione di questa parola più inerente alla propria visione
Disponibilità al bisogno degli altri
“Noi siamo profondamente interconnessi gli uni con gli altri – ha ribadito Ivana Borsotto – il mondo si è fatto piccolo, i problemi di ciascuno sono i problemi di tutti e la soluzione o la si trova insieme o non la si trova e laddove un diritto è negato anche la democrazia si indebolisce”. Da qui la consapevolezza di una grande responsabilità, “riuscire a raccontare le ingiustizie nel mondo, ma raccontarne anche la speranza, perché noi lavoriamo nelle periferie più abbandonate, nei villaggi più lontani, nelle carceri più disumane, ma in questi posti noi vediamo che l’umanità testimonia la più grande generosità, la più grande apertura, la più grande disponibilità al bisogno degli altri. E’ qui che bisogna raccontare il volontariato, perché sono migliaia di persone, di donne, di uomini che di fronte alla sofferenza degli altri non si girano indietro, non si voltano dall’altra parte, ma cercano di fare quel che possono e cercano di farlo insieme per essere più efficaci”.

Carolina: un servizio che ti riscalda il cuore
“Per me essere volontaria significa essere la goccia nel mare del cambiamento” Carolina, volontaria del servizio civile per il Giubileo, lavora all’ufficio Policy di Focsiv e sta avendo la possibilità di vedere che cosa significa cooperare all’interno di un’associazione che sostanzialmente funziona tramite la rete, tramite i partenariati.
“La cosa che più mi ha riscaldato il cuore – racconta – è stato incontrare così tanti altri giovani volontari che come me hanno scelto di dare il loro contributo. Si è creato un bellissimo gruppo di amici che collabora sia all’interno dell’associazione ma anche fuori e questo ci permette anche di creare legami che porteremo avanti per il resto della nostra vita”.

Enza: La bellezza di lavorare con chi crede nel cambiamento
Enza è un’altra volontaria e si occupa di formazione e di cooperazione internazionale. “In realtà non mi aspettavo di rimanere così colpita da questo mondo e a volte è difficile anche vivere in una società sempre in movimento e che è un po’ presa da pessimismo, è bello lavorare a contatto con persone che invece credono nel futuro, credono nel miglioramento, nel cambiamento”. E sul Volontariato non a dubbi. “Io credo che il volontariato sia un piccolo passo, ognuno di noi può contribuire nel suo piccolo, non bisogna avere tantissimo tempo a disposizione o essere la persona più formata del mondo, bisogna solo volerlo fare e buttarsi un po’ ed è questo il bello del volontariato, quindi parti da te stesso”.