Famiglia Cristiana e il suo “Vade Retro” contro 'i toni sprezzanti'

Niente di personale o ideologico si tratta di Vangelo”. Così la redazione del settimanale 'Famiglia cristiana' commenta l'anticipazione della copertina del prossimo numero, sulla quale è rappresentato il volto del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, affiancato dal negativo di una mano che si leva verso di lui accompagnata dalla scritta “Vade retro Salvini!”. Un'inchiesta sul tema dell'immigrazione che, negli ultimi mesi, ha visto diretto protagonista il vicepremier, promotore di una politica estremamente rinnovata rispetto al passato sulla questione e che, allo stesso modo, ha indotto la Chiesa a far sentire la propria voce, specie dopo le recenti dispute sulle imbarcazioni cariche di persone in fuga fatte sostare al largo delle coste in attesa di conoscere il porto verso il quale dirigersi.

L'inchiesta

'Famiglia cristiana' ha assicurato che l'inchiesta in questione altro non è che il punto sull'impegno della Chiesa in merito al tema dell'immigrazione nel Mediterraneo, un focus su gesti e iniziative in favore dei fuggitivi che attraversano il Mare nostrum, in antitesi a “certi toni sprezzanti e non evangelici” che vengono secondo il settimanale utilizzati dal mondo della politica italiana. E, in effetti, l'approfondimento si apre con le parole della presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei) riferite al dramma dei migranti dopo l'ennesima tragedia in mare: “Come pastori non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto”. Assieme alle parole della Cei, 'Famiglia cristiana' ha ripreso anche le dichiarazioni di numerosi vescovi, orientate alla critica sia verso la politica attuale sulle rotte del Mediterraneo, sia sulla presunta responsabilità dei Paesi occidentali sugli esodi africani (“Siamo noi i predoni dell'Africa – aveva detto l'arcivescovo metropolita di Palermo, mons. Corrado Lorefice -. Siamo noi i ladri che, affamando e distruggendo la vita di milioni di poveri, li costringiamo a partire per non morire: bambini senza genitori, padri e madri senza figli”.

Gli editoriali

A proposito della politica di chiusura dei porti recentemente adottata dal governo, e vista dall'esecutivo come un richiamo alle responsabilità anche degli altri Paesi dell'Unione europea (da qui casi come quello di Aquarius), il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, aveva affermato che “non si può chiudere il porto quando arriva una nave che è piena di disgraziati che sono dei crocifissi, o per un motivo o per un altro; che nessuno – aveva concluso il cardinale – sia lasciato morire in mare, lo chiedo con il cuore”. Ma, assieme alle linee guida fornite da presuli e cardinali, il settimanale ha raccolto nell'inchiesta testimonianze, storie di inserimento di migranti all'interno della società e, nondimeno, due differenti editoriali a firma, rispettivamente, dell'arcivescovo di Agrigento e presidente della Caritas italiana, card. Francesco Montenegro, e di don Antonio Mazzi, fondatore della comunità 'Exodus': “Non accoglierli – scrive il primo, riportato in un'anticipazione concessa dal settimanale -, chiudendo loro soprattutto il cuore, significa non riconoscere Dio presente in loro, e perciò rifiutarlo. Mi chiedo, rifiutare Dio non è un atto di ateismo? Dobbiamo dunque sporcarci le mani e non trincerarci dietro un silenzio talvolta complice”. Nel secondo, invece, don Mazzi insiste sul tema dell'accoglienza e dell'inserimento: “Noi di Exodus abbiamo aperto in Calabria cinque strutture  per accogliere i minori.  Insegniamo la lingua italiana, li aiutiamo a recuperare quel poco di scuola che hanno fatto nei loro Paesi ma, soprattutto, ascoltiamo i loro dolori e le loro paure, curiamo la loro salute e tentiamo, con fatica, di far capire che in Italia ci sono anche persone che li amano e che fanno di tutto perché nel loro mondo e nel nostro torni un po’ di pace”.

Salvini: “Accostamento al demonio di pessimo gusto”

Chiamato in causa, e non solo attraverso l'apparizione in copertina, il vicepremier Salvini ha commentato, a margine di un'audizione al Senato, che “l'accostamento a Satana mi sembra di pessimo gusto. Io non pretendo di dare lezioni a nessuno, sono l'ultimo dei buoni cristiani, ma non penso di meritare tanto”. Salvini ha inoltre affermato che al suo fianco, quotidianamente, “riceve il sostegno di tante donne e uomini di Chiesa”, asserendo che “anche il catechismo dice che bisogna accogliere nella misura del possibile”. Il settimanale, da parte sua, ha ribadito che nell'inchiesta intende far proprie le parole del card. Bassetti, pronunciate durante il suo discorso nell'Abbazia di San Miniato al Monte lo scorso 11 luglio, giorno di san Benedetto: “Non è una questione ideologica o di schieramento politico, si tratta di riaffermare il pensiero della Chiesa, che è quello della parabola del Buon samaritano. La logica del cristianesimo è quella di prendersi cura”. Lo stesso Salvini, qualche ora fa, era stato oggetto di critica anche da parte del direttore di 'Civiltà cattolica', il gesuita don Antonio Spadaro, sulla proposta di legge sui crocifissi obbligatori nei luoghi pubblici: “Usare il crocifisso come un Big jim qualunque è blasfemo. La croce è segno di protesta contro peccato, violenza, ingiustizia e morte. Non è MAI un segno identitario. Grida l'amore al nemico e l'accoglienza incondizionata. E' abbraccio di Dio senza difese. Giù le mani!”.