Eutanasia, il medico non è un mero esecutore delle volontà del paziente

La giornata mondiale del malato sarà celebrata in forma solenne sabato 11 febbraio a Lourdes, in concomitanza con il 25° anniversario. L’appuntamento è stato presentato dal prefetto del nuovo dicastero per lo Sviluppo umano integrale, il card. Turkson, insieme alla nuova Carta degli Operatori sanitari.

La Giornata mondiale del malato fu istituita da San Giovanni Paolo II nel 1992. La prima venne celebrata l’anno successivo a Lourdes, dove si è tornati anche nel 2004. Quest’anno, dunque, ricorre il “Giubileo d’argento”: “Sebbene nell’ultimo decennio sia stata celebrata in forma solenne ogni tre anni come le altre Giornate Mondiali, questa 25a edizione, per volontà del Santo Padre, sarà celebrata in forma Straordinaria – ha spiegato Turkson – Il tema scelto è: Stupore per quanto Dio compie: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…». Molte le personalità attese tra il 10 e il 13 febbraio prossimi nella città francese. Tra di esse, in qualità di Legato del Papa, il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. “Sarà proprio il nostro Segretario di Stato, a presiedere la Messa Solenne dell’11 febbraio, giorno della prima apparizione dell’Immacolata Concezione a Santa Bernadette Soubirous e momento centrale della GMM” ha detto il cardinale Turkson. Come sottolineato da Papa Francesco nel suo “in occasione della Giornata Mondiale del Malato possiamo trovare nuovo slancio per contribuire alla diffusione di una cultura rispettosa della vita, della salute e dell’ambiente; un rinnovato impulso a lottare per il rispetto dell’integralità e della dignità delle persone, anche attraverso un corretto approccio alle questioni bioetiche, alla tutela dei più deboli e alla cura dell’ambiente”.

Turkson ha poi reso omaggio a mons. Zimowski, l’arcivescovo che ha presieduto il Pontificio consiglio per la pastorale degli operatori sanitari prima che confluisse nel nuovo dicastero e che si è spento nel luglio scorso. A lui si deve gran parte del lavoro che ha portato al varo della nuova Carta degli Operatori sanitari: “Costituisce in effetti la sua eredità lasciata alla pastorale sanitaria ed al mondo della sofferenza, a cui ha dedicato tantissime energie e in cui ha operato, con sacrificio e determinazione, sino alle ultime ore della sua esistenza terrena”. Una revisione di quello che Turkson ha definito un “vademecum teologico-morale medico nato da una felice intuizione del Cardinale Fiorenzo Angelini”.

E’ toccato al prof. Antonio Gioacchino Spagnolo, ordinario di Bioetica e Direttore dell’Institute of Bioethics and Medical Humanities presso la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica di Roma, illustrare le linee guida della nuova Carta. Tra le novità, l’ampliamento della platea alla quale è diretta: “Accanto alle classiche figure professionali sanitarie (personale medico, infermieristico e ausiliario) sono state considerate anche altre figure – ha spiegato il professore – che a vario titolo operano nel mondo della salute, come biologi, farmacisti, operatori sanitari del territorio, amministratori, legislatori in materia sanitaria, operatori nel settore pubblico e privato. Alcuni nuovi articoli riguardano proprio loro, e a loro è richiesta una particolare responsabilità nello svolgimento del loro servizio”.

Qual è lo scopo della Carta? “Sostenere la fedeltà etica dell’operatore sanitario, nelle scelte e nei comportamenti in cui prende corpo il servizio alla vita”. Tale fedeltà viene delineata “seguendo le tappe dell’esistenza umana: generare, vivere, morire”.

“Nella Sezione del generare – ha detto Spagnolo – sono stati meglio specificati i criteri per la cura dell’infertilità e il riferimento ai metodi naturali non solo per la regolazione della fertilità ma anche come metodi per ottenere una gravidanza”. Importante novità l’articolo sul congelamento di tessuto ovarico “risposta eticamente sostenibile nel caso di terapie oncologiche che possono alterare la fertilità della donna”. Al contrario, “contrastano con la dignità umana dell’embrione e della procreazione” i nuovi “tentativi di generazione umana in laboratorio: tra gameti umani e animali, di gestazione di embrioni umani in uteri animali o artificiali, di riproduzione asessuale di esseri umani mediante fissione gemellare, clonazione, partenogenesi o altre tecniche simili”.

Confermata, nella sezione vivere, la posizione di sempre riguardo all’aborto, con l’inserimento “dei nuovi articoli riguardo alla riduzione embrionale, intercezione, contragestazione, feti anencefalici, gravidanze ectopiche, tutela del diritto alla vita”.

Infine il capitolo morire: “Un aspetto molto attuale considerato nella carta – oggetto in questi giorni di molte discussioni nel Parlamento italiano – è il riferimento all’espressione in anticipo da parte del paziente delle sue volontà circa i trattamenti ai quali desidererebbe o no essere sottoposto nel caso in cui, nel decorso della sua malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso. La carta afferma che deve essere sempre rispettata la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente, ma il medico non è comunque un mero esecutore, conservando egli il diritto e il dovere di sottrarsi a volontà discordi dalla propria coscienza”. Sempre legato all’eutanasia, un altro aspetto delicato è quello della nutrizione e idratazione, “considerate tra le cure di base dovute al morente, quando non risultino troppo gravose o di alcun beneficio. La loro sospensione non giustificata può avere il significato di un vero e proprio atto eutanasico, ma è obbligatoria”. Confermata, invece, “l’eticità della sedazione palliativa profonda nelle fasi prossime al momento della morte”.