Erdogan a colloquio per 50 minuti con Papa Francesco

Cinquanta minuti. Tanto è durata l'udienza di Papa Francesco al presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Venti, in tutto, le persone che hanno accompagnato Erdogan nei Sacri Palazzi. Nella delegazione anche la moglie e la figlia del presidente e cinque ministri. Sei le donne presenti, delle quali quattro indossavano il velo. Quella odierna, la prima di Erdogan in Vaticano, è una visita storica; l'ultimo presidente turco a visitare il Vaticano fu Celal Bayar, nel 1959, quando incontrò Giovanni XXIII che era stato delegato apostolico nel Paese asiatico per dieci anni (1934-1944). All'epoca non c'erano ancora rapporti ufficiali; bisognerà attendere il 1960 per l'ufficializzazione dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Turchia. 

Il colloquio

“Vi ringrazio per il vostro interesse”, ha detto Erdogan al Pontefice, che, a sua volta, ha ringraziato per la visita, che ricambia quella fatta da Bergoglio nel novembre del 2014. Secondo quanto riferisce la Sala Stampa della Santa Sede, l'incontro si è svolto in privato, alla presenza dei soli interpreti, in un clima cordiale e sorridente. Al centro del colloquio il mantenimento dello Status quo di Gerusalemme, unico tema su cui Santa Sede e Turchia sono completamente d'accordo. Si è parlato anche della situazione della Turchia, della condizione della comunità cattolica, dell’impegno di accoglienza dei numerosi profughi e delle sfide ad esso collegate. I due leader si sono poi soffermati sulla situazione in Medio Oriente, sempre con particolare riferimento allo statuto di Gerusalemme, evidenziando la necessità di promuovere la pace e la stabilità nella regione attraverso il dialogo e il negoziato, nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale. Terminata l'udienza il Papa ha donato ad Erdogan un medaglione rappresentante un angelo: “Questo è un angelo della pace che strangola il demone della guerra. E' simbolo di un mondo basato sulla pace e la giustizia“, ha spiegato il Pontefice, che al presidente turco ha anche donato un'acquaforte con il disegno della basilica di San Pietro così come era nel 1600, una copia dell'Enciclica “Laudato sì” e il suo Messaggio per la Giornata della pace di quest'anno. Dal canto suo, Erdogan ha donato al Pontefice un grande quadro di ceramica con il panorama di Istanbul e un cofanetto di libri del teologo musulmano Mevlana Rumi. 

La visita alla basilica di San Pietro

Concluso l'incontro con il Papa, Erdogan ha visto il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Secondo quanto riferito dai media turchi al seguito del Presidente, ha visitato la basilica di San Pietro accompagnato dalla moglie. Lasciato il Vaticano, Erdogan ha fatto rotta verso il Quirinale, dove ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Poi la visita al premier Paolo Gentiloni.

“Un'oppurtunità significativa”

Vedo questa visita come un'opportunità significativa di attirare l'attenzione sui valori umani comuni, l'amicizia e i messaggi di pace“. Erdogan aveva così commentato la sua visita in Vaticano prima di partire alla volta di Roma. Aveva poi annunciato i temi dell'incontro: “Discuteremo di Palestina, Gerusalemme, Siria, Iraq, antiterrorismo, questioni dei rifugiati, aiuti umanitari”. Non solo: “Discuteremo anche della crescente islamofobia in Occidente e della lotta contro il razzismo culturale“. Elogiando poi il ruolo attivo di Papa Francesco da quando ha assunto la guida della Chiesa, il presidente turco ha detto che “abbiamo accolto in particolare la sua posizione su Gerusalemme. In questo periodo abbiamo parlato diverse volte al telefono. La sua posizione è stata davvero importante per mostrarci cosa possiamo fare insieme a lui in quanto leader dei cristiani nel mondo“.

Roma blindata

Blindato il centro di Roma. Diverse le aree off limits nella Capitale, con bonifiche a tappeto e reparti speciali in campo. Per proteggere il presidente turco dal rischio di attentati e tenere lontane le proteste annunciate sono stati mobilitati 3.500 agenti. Misure di sicurezza ai massimi livelli anche in Vaticano. L'area antistante piazza San Pietro e tutta via della Conciliazione sono state chiuse anche ai pedoni non autorizzati. Molte le pattuglie di polizia dislocate in tutta la zona. All'interno della green zone che va da San Pietro a piazza del Popolo fino al Colosseo e al Circo Massimo non saranno tollerati assembramenti, mentre i percorsi del corteo presidenziale, formato da circa venti automobili accompagnato da un ingente numero di poliziotti in moto, rimangono riservati. Nel corteo vi sono due auto presidenziali, con i vetri oscurati e bandierine, come ulteriore precauzione. 

Sit-in e proteste a Castel Sant'Angelo

E mentre nei Sacri Palazzi si svolgeva l'incontro con il Pontefice, i giardini di Castel Sant'Angelo hanno fatto da sfondo al sit-in di protesta contro la visita del Presidente turco nella Capitale. Il presidio è stato promosso dalla Rete Kurdistan che serve a “dire con forza #ErdoganNotWelcome Roma non ti vuole, Roma rifiuta il silenzio complice del governo sui bombardamenti ad Afrin”. Il presidio è al di fuori della green zone dove è stato vietato di manifestare per motivi di sicurezza. Tra gli striscioni esposti “Stato turco assassino”, “Boia Erdogan! Giù le mani dal Kurdistan”, “Erdogan = Turchia autostrada per i terroristi”. Ad aderire alla manifestazione anche la rete “No bavaglio” e la Federazione Nazionale Stampa Italiana. I manifestanti hanno intonato cori come “Assassino Erdogan”. Diversi i blindati, tra cui anche un idrante, a presidio della fortezza rinascimentale.