“Ecco di cosa parleranno Putin e il Papa”

Papa

Esiste una storica battuta di Stalin, quando chiese: 'Quante divisioni ha il Vaticano?'. Anche ora devo spesso spiegare che non ci sono divisioni presso la Santa Sede, ma dietro al Papa c'è un miliardo e trecento milioni di credenti cattolici. Per queste persone, l'opinione, l'autorità e la posizione del Pontefice sono talvolta più importanti delle posizioni dei leader politici dei Paesi in cui vivono. Quindi, sebbene il territorio del Vaticano sia piccolo, l'impatto spirituale sul mondo è enorme“. Così l'ambasciatore russo presso la Santa Sede, Alexander Avdeev, ha introdotto il tema dell'incontro che avverrà domani, 4 luglio, tra Papa Francesco e Vladimir Putin in Vaticano, nel corso di un'intervista che ha rilasciato al quotidiano russo Kommersant

I temi in agenda

Più nello specifico, il diplomatico ha sottolineato quelli che dovrebbero essere i temi nell'agenda dei due leader. “Posso solo supporre: Putin e Papa parleranno dei problemi più importanti del nostro tempo – la destabilizzazione delle relazioni internazionali e del commercio mondiale, la crisi in Medio Oriente, il destino della Siria, il disarmo, la crisi iraniana. Questi sono i temi che ora sono sulle labbra di tutti i leader mondiali”. Avdeev ha inoltre spiegato che “le conversazioni di Francesco con il nostro presidente sono sempre interessanti e politicamente ricche. Lo definirei uno scambio di opinioni filosofiche e politiche sul mondo tra il leader della Russia e il leader del cattolicesimo cristiano”. L'ambasciatore russo ha poi sottolineato “che i rapporti personali tra il Presidente della Federazione Russa e il Pontefice sono molto buoni, sono molto solidali l'uno con l'altro”.

Posizioni che coincidono

L'ambasciatore russo presso il Vaticano ha quindi rilevato che “ci sono degli argomenti particolari su cui le nostre posizioni coincidono”. Egli ha quindi elencato questi argomenti: “la protezione dei cristiani nel mondo, i conflitti in Medio Oriente, la lotta contro l'estremismo religioso e il terrorismo”, posizioni concordi anche “sulla questione dei migranti e dei rifugiati”. Inoltre egli ha ricordato che Papa Francesco “è un attivo sostenitore del rafforzamento dell'autorità internazionale e dello status di indipendenza dello Stato palestinese“. A tal proposito ha rievocato la sua visita in Medio Oriente nel 2014, quando “per la prima volta in una visita di Stato” è andato in Palestina “e da lì è andato in Israele”. Ed ha aggiunto: “Inoltre – il che è molto importante – ha parlato a favore del mantenimento dello status quo di Gerusalemme come centro delle tre religioni del mondo. Ciò è di particolare rilievo oggi, nel momento in cui gli Usa cercano di minare alla base tale status”. Avdeev ha quindi aggiunto: “Anche le rispettive posizioni sulla questione del Venezuela sono vicine. La Santa Sede è a favore di libere elezioni in un lasso di tempo realistico”.

Il rapporto con gli ortodossi russi

Nell'intervista, Avdeev ha dunque riavvolto il nastro delle relazioni tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa russa. “È significativo che con gli ultimi due pontefici, Benedetto XVI e Francesco, la Chiesa cattolica ha iniziato ad allontanarsi dalla strategia di proselitismo – ha detto – e due anni fa Francesco ha definito un peccato il proselitismo. È stato un gesto a favore del rafforzamento delle relazioni con l’Ortodossia sulla base dell’uguaglianza, nonostante il fatto che ciascuna delle Chiese dovrebbe rimanere a sé stante, preservando le proprie tradizioni, cerimonie e storia. Sulla base di tale uguaglianza e del principio di non ingerenza negli affari gli uni degli altri, oggi si stanno costruendo le relazioni vaticane con il Patriarcato di Mosca e con altre Chiese ortodosse”.