E' morta la suora più anziana del mondo

E' scomparsa suor Cecylia Roszak, la religiosa più anziana del mondo. La monaca domenicana aveva 110 anni e si è spenta nel convento dell'ordine a Cracovia, dove ha trascorso quasi gli anni della sua permanenza terrena.

La vita

Fu consacrata all'età di 21 anni e nel periodo dell'occupazione nazista della Polonia fu tra le fondatrici – insieme ad altre 9 consorelle – di un nuovo convento a Vilnius, oggi territorio lituano. Qui, la religiosa recentemente scomparsa si prodigò per salvare la vita a 17 connazionali ebrei in fuga dal Ghetto cittadino a causa della persecuzione che si era aperta dopo che le truppe del Terzo Reich occuparono la città il 25 giugno 1941. Proprio per via di quest'attività fu arrestata insieme alle sue consorelle nel 1943.

Il riconoscimento

Nel 1984 il suo impegno durante l'occupazione le valse il titolo di “Righteous Among the Nations”, un riconoscimento onorifico che lo Stato d'Israele assegna ai non ebrei che si sono distinti come “Giusti tra le Nazioni”. Tra gli ebrei che trovarono rifugio nel convento di nove suore domenicane fondato da suor Cecylia c'era anche il poeta Abba Kovner, che nel 1942 diffuse tra gli abitanti del Ghetto di Vilnius un manifesto dal titolo: “Non andiamo come agnelli al massacro”. Come scrive “Time of Israel”, quello fu il primo appello alla resistenza in cui si faceva riferimento alla volontà nazista di sterminare la popolazione ebraica.

Il Dopoguerra

Suor Cecylia durante la sua vita trascorsa in monastero ha rivestito gli incarichi di portinaia, organista e cantrice. Ha svolto anche la funzione di responsabile della corrispondenza internazionale del monastero, perchè, oltre al polacco, conosceva anche  l'inglese, il tedesco, il francese e il latino. Nel 1946 è diventata anche superiore della sua comunità a Cracovia. E' qui che nel Dopoguerra Abba Kovner riuscì a ricontattarla per ringraziarla di avergli salvato la vita. Suor Cecylia Roszak ha tenuto con sè fino alla fine dei suoi giorni un crocifisso che il poeta e partigiano le aveva inviato per regalo e il riconoscimento conferitole da Israele come “Giusta tra le Nazioni”.