Al tempo del Covid è cambiata la richiesta di aiuto. Dossier Caritas

L'impegno solidale della Chiesa per "restituire dignità e riconoscere quel valore che fa di ogni persona l’identità e l’immagine del Creatore"

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Per capire come è cambiata la richiesta di aiuto in pandemia la Caritas ha coinvolto le parrocchie romane. Il dossier 2021 in particolare è incentrato sulle parrocchie E cioè Santa Bernadette Soubirous. San Giuseppe al Trionfale. San Luca Evangelista. Nostra Signora di Lourdes. San Saturnino. Sant’Ugo Vescovo. Santa Maria Ausiliatrice. Santa Maria Maddalena De’ Pazzi. San Pio V. Santissima Annunziata. Santissimo Sacramento. San Tommaso D’Aquino. San Giuseppe al Nomentano.caritas

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Gli strumenti di comunicazione maggiormente utilizzati dalle persone anziane assistite dalla Caritas risultano essere nel 56,3% dei casi le telefonate. E nel 25,3% gli Sms o le chat WhatsApp. Pur avendo potuto compensare il distanziamento con i mezzi di comunicazione. L’insostituibilità della relazione di contatto appare come la richiesta più urgente. L’avvento della pandemia e del distanziamento forzato ha di fatto impedito la prosecuzione degli incontri. In luoghi diversi dall’abitazione. Incontri che molte persone vivevano anche in maniera informale. Nella quotidianità delle loro abitudini. Il 73,6% riferisce che nel periodo antecedente la pandemia aveva la parrocchia come luogo di riferimento. Per gli incontri nel proprio quartiere. Un altro 32,2% utilizzava anche parchi o giardini. Un 12,6% i bar di zona. E il 10,3% centri ricreativi o di intrattenimento. Il 3,4% indica la piazza come luogo aggregativo.
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Per questo, il 39,1% afferma che il bisogno maggiormente percepito durante il periodo della pandemia è stato proprio quello della compagnia. A cui succedono quelli di carattere più materiale. Aiuto per fare la spesa (10,3%). Supporto per le tecnologie informatiche (10,3%). Aiuto per bisogni sanitari (9,2%). Ausilio nella mobilità (2,3%), supporto amministrativo (2,3%). L’iniziativa della Caritas propone di cambiare punto di osservazione. Ossia considerare l’anziano non solo come destinatario di servizi e interventi. Ma soggetto portatore di esperienza, competenze, capacità pratiche e teoriche. Come risorsa per sé stesso e per la comunità. Significa quindi restituire dignità e riconoscere quel valore che fa di ogni persona l’identità e l’immagine di Dio.