Diventa cardinale il gesuita anti-tratta

Papa Francesco, che ha deciso di guidare direttamente la sezione del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale che si occupa di profughi e migranti, lo ha prima nominato suo collaboratore, con la qualifica di sottosegretario, poi lo ha creato cardinale. Il gesuita Michael Czerny, sottosegretario della sezione migranti al dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, è nato nell’allora Cecoslovacchia nel 1946 ed ha fatto il suo ingresso nella Compagnia di Gesù nel 1963. Nel 1973 è stato ordinato sacerdote per la Provincia Canadese dei Gesuiti. Nel 1978 ha conseguito il dottorato in Studi Interdisciplinari presso l’università di Chicago.  Nel 1979, a Toronto, ha fondato il centro dei Gesuiti per la Fede e la Giustizia Sociale e lo ha diretto fino al 1989 quando, in seguito all’uccisione dei Gesuiti alla Central american university (Uca), si è trasferito in San Salvador. Qui nel 1991 ha ricoperto l’incarico di vice-rettore dell’Uca e direttore dell’Istituto per i Diritti Umani del medesimo Centro. Dal 1992 al 2002 ha svolto il ruolo di segretario per la Giustizia Sociale alla Curia Generalizia della Compagnia di Gesù e, successivamente, ha operato in Africa in qualità di fondatore e direttore dell’African Jesuit Aids Network (Ajan), rete di sostegno ai gesuiti africani impegnati a dare risposte alla pandemia dell’Hiv/Aids. Nel 2009, Benedetto XVI lo ha nominato adiutor (esperto) al Sinodo dei vescovi per l’Africa. Dal 2010 è consulente al pontificio consiglio della Giustizia e della Pace. Nell’ottobre 2018 è stato membro del Sinodo dei giovani.

L’impegno contro la tratta

Ognuno di noi deve chiedersi: cosa posso fare io per eliminare la tratta?”, ha chiesto il neo-porporato presentando la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra nella memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita ed è promossa dall'Unione internazionali delle superiore e dei superiori generali. “La tratta di persone è oggi diffusa in tutti i Paesi del mondo e in ogni continente. Il 72% delle persone trafficate sono donne – riferisce Avvenire -. Il 30% delle persone trafficate sono bambine e bambini”. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, oggi nel mondo vi sono quasi 25 milioni di persone in situazione di lavoro forzato, di cui il 70% vive in Asia. “Come è possibile che la piaga del traffico di esseri umani persista nel ventunesimo secolo?- si domanda padre Michael Czerny-. Il fenomeno della tratta è nascosto e invisibile ma diffuso ovunque, come la corruzione. Lo Stato deve proteggere i suoi cittadini e abitanti dallo sfruttamento e dalla schiavitù e fare ogni sforzo per perseguirla e punire. I testimoni ci descrivono inganni, coercizioni e sofferenze inimmaginabili. La loro testimonianza mostra concretamente cosa può essere violato in una vita umana per il piacere e il profitto di altri. È inconcepibile».

In difesa dei migranti

“I migranti sono fra noi e hanno bisogno della risposta dei cristiani”, avverte il neo-porporato. E i ripetuti appelli di Papa Francesco a favore dei migranti, dei rifugiati, degli sfollati e delle vittime della tratta devono essere compresi all’interno della sua profonda preoccupazione “per tutti gli abitanti delle periferie esistenziali”. E invece, sottolinea a Vatican news, “c’è il pericolo di pensare che si riferisca soltanto a chi cerca rifugio, invece, il punto è che i migranti e i rifugiati sono fra noi come tutte le persone, italiani o di altri Paesi, che hanno bisogno della risposta dei cristiani. Sono quindi inclusi: non è una categoria a parte”. Una qustione che “include tutti noi perché tutti siamo chiamati a rispondere”. Infatti “nei migranti c’è Gesù”. E il Papa cita le parole di Gesù: “Sono stato straniero e mi avete accolto”. Perciò “questa è una identificazione molto chiara, molto diretta, molto radicale”, sottolinea padre Michael Czerny.