Nel promuovere i diritti umani in Pakistan è in prima linea il Center for Social Justice (CSJ). A dirigerlo è un leader cattolico. All’agenzia missionaria vaticana Fides Peter Jacob lancia il suo appello. “Per il Pakistan vogliamo un curriculum di studi che sia in linea con gli standard internazionali. E che si concentri sui valori morali ed etici– spiega-. Il governo non dovrebbe incorporare contenuti religiosi in materie obbligatorie come l’urdu e l’inglese. L’articolo 22 della Costituzione del Pakistan parla chiaro. “Nessuna persona che frequenta un istituto di istruzione è tenuta a ricevere istruzione religiosa. O a prendere parte a qualsiasi cerimonia religiosa, se si riferisce a una religione diversa dalla propria“. Chiediamo che questo articolo venga rispettato. In quanto promette tutela per le minoranze religiose. Nell’ambiente di apprendimento”.
Aggiunge Jacob: “Chiediamo che sia creata una Commissione sulla riforma dell’istruzione. Che prenda in esame le precedenti politiche educative. Nessuno ha mai analizzato il contenuto dei nostri libri scolastici. E gli effetti collaterali che si verificano nella nostra società da anni“. Dunque, aggiunge Jacob, “è necessario rafforzare l’inclusività nell’educazione. Soprattutto rispetto alle minoranze religiose e ai gruppi emarginati. L’insegnamento di contenuti islamici nelle materie obbligatorie è ingiusto. In quanto obbliga gli studenti delle minoranze religiose. Che sono in tal modo costretti a studiare. E a presentarsi agli esami queste materie”.
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